l miglior vino rosa al mondo del 2024 è italiano. Il Concours Mondial de Bruxelles ha decretato come miglior vino rosa tra 1205 vini in concorso una DOC veneta: il Bardolino Chiaretto Classico. A produrre questo vino da uve Corvina Veronese 80% e Rondinella 20% è la cantina Vigneti Villabella.

Sono stati 55 i degustatori internazionali, tra cui giornalisti, enologi, buyer e formatori di 23 nazionalità diverse provenienti dal mondo intero, che hanno assegnato medaglie d’Argento, d’Oro e Gran Medaglia d’Oro a vini provenienti da 32 paesi.Il premio per il miglior vino  in assoluto al Concours Mondial de Bruxelles si chiama Trofeo Vinolok Rivelazione Internazionale ed è quello che ha ricevuto l’etichetta Villa Cordevigo Gaudenzia 2019 della cantina veneta Vigneti Villabella. I premi più importanti, subito dopo questo, sono le Gran Medaglie d’Oro che sono state assegnate, oltre che a Villa Cordevigo Gaudenzia 2019, anche a Sangro Rosato 2023 della Cantina Frentana e l’Anfora Chiaretto Classico Rosato 2022 di Zeni.

L’Italia si è confermata leader nella produzione di grandi vini rosa con ben 76 vini premiati. Il 32% dei vini italiani iscritti ha ottenuto un riconoscimento.

Queste le regioni con il maggior numero di medaglie; Puglia 26, Veneto 16, Abruzzo 8, Sicilia 5, Sardegna 4, Calabria 3, Toscana 2, Lombardia 3, Lazio 2, Campania 2, Friuli-Venezia Giulia 2, Emilia – Romagna 1.

I 36 vini italiani “Medaglia d’Oro” a Bruxelles :


Torre Mora Scalunera Rosato 2023 – Tenute Piccini
Five Roses Anniversario Rosato 2023 – Leone De Castris
Five Roses Rosato 2023 – Leone De Castris
Susumaniello Rosè Varvaglione 2023 – Varvaglione Vini & Vini
San Greg Rosato 2023 – Feudi di San Gregorio
Rosato Negroamaro 2023 – Azienda Vinicola Cantele
Otello Ceci 1813 Rose – Cantine Ceci
Fantini Calalenta Merlot 2023 – Fantini Group Vini
Fantini Ballaturi Rosato 2023 – Fantini Group Vini
Villabella Heaven Scent 2021 – Vigneti Villabella
Villa Cordevigo Biologico 2022 – Vigneti Villabella
Villabella Rosato 2023 – Vigneti Villabella
Rosa Bruna Rosato di Raboso Metodo Classico 2013 – Cecchetto Giorgio
Fuorilemura Nero di Troia Rosè 2023 – Cantina di Ruvo di Puglia
Neia Nero di Troia Rosè 2023 – Cantina di Ruvo di Puglia
Chiaretto di Bardolino Classico 2023 – Le Morette Valerio Zenato
Frappo Rosato 2023 – Caruso & Minini
Bulgarini Chiaretto 2023 – Bulgarini Fausto
Antonè Demi-Sec 2023 – Le Conche di Sposato Vincenzo
Valtenesi Fontanamora Rosato 2023 – Azienda Agricola Turina
Kimia Susumaniello Susumaniello Rosato 2023 – Tenuta Chiaromonte
Amai Susumaniello Rosé Salento Igp 2023 – San Marzano Vini
Susumaniello Rosè Feudi Salentini 2023 – Feudi Salentini
I-Khos 2023 – Agricola Bingiateris
Aragosta Rosè 2023 – Cantina Santa Maria La Palma
Pro’ Spumante Rosato Treviso 2022 – Azienda Agricola Tomasella Paolo & C.
Vinosophia Rosato 2023 – Chiusa Grande di Franco d’Eusanio
Vigne Alte Rosato 2023 – Cantina Fratelli Zeni
Costa del Mulino Rosato 2023 – Cantina Frentana
Ninù Rosato 2023 – Agricola Jessyflor
Sapientes 2023 – Villa Alta Mezzanello
Colombaio Rosato 2023 – Conte Spagnoletti Zeuli
Valetti Luigi 2023 – Azienda Vinicola Valetti Luigi
Violette Rosè Extra Dry – Azienda Agricola Conte Collalto
Etna Rosato Sensi 2023 – Barone di Miceli Società Agricola
Joy Prosecco Rosé Brut 2023 – Azienda Forchir di Bianchini

Tutti i risultati sono disponibili qui:https://results.concoursmondial.com/it/risultati/2024

Un nuovo studio sulla risposta cerebrale alla degustazione del vino ha rilevato che la formazione dei sommelier non si limita a perfezionare il palato, ma rimodella il cervello stesso.

Lo studio, intitolato “Sniffing out meaning: Chemosensory and semantic neural network changes in sommeliers”, ha esaminato se la risposta cerebrale alla degustazione del vino differisce tra sommelier e non esperti.

I ricercatori volevano capire se i sommelier fossero più avanzati non solo nel cogliere le sottili differenze tra i vini, ma anche se fossero in grado di tradurle meglio in complesse descrizioni verbali. Hanno osservato differenze strutturali nel cervello tra i sommelier e i bevitori occasionali di vino.

La degustazione del vino è un processo complesso che integra le modalità sensoriali del gusto, dell’olfatto e della somatosensazione orale con il linguaggio e la memoria. Durante questo processo, il degustatore esperto utilizza il gergo tipico per formare una narrazione che descriva l’aroma, il sapore e la struttura di un vino. Aromi e sapori del vino forniscono ricche informazioni che possono essere vissute in modi diversi da esperti di vino (per esempio i sommelier) e non esperti. Sommelier esperti possono estrarre informazioni sull’origine del vino, uva (varietale), produttore, età, tipo di terreno, acidità, tannini e così via, e anche esprimere la gamma di sapori e aromi che caratterizzano un dato vino.

Il processo di descrizione e trasmissione accurata delle informazioni sul vino è essenziale per la professione poiché molti sommelier interagiscono direttamente con gli avventori dei ristoranti e i rivenditori per consigliare i vini.

Gusto, olfatto e sapore forniscono informazioni percettive molto ricche che, insieme alla narrativa semantica per descriverli, sembrano essere elaborate in modo diverso tra sommelier e consumatori di vino non esperti.

Combinando immagini neurali pesate in diffusione e fMRI (attivazione e connettività) ricercatori spagnoli hanno studiato se e come la risposta del cervello alla degustazione del vino differisce tra sommelier e non esperti nei circuiti neurali sensoriali che rappresentano il sapore e/o nei circuiti neurali per il linguaggio e la memoria.

Sono state trovate differenze funzionali tra sommelier e consumatori ingenui che influenzano il circuito sensoriale del gusto, ma anche regioni coinvolte nelle operazioni semantiche. Il primo riflette la capacità di elaborazione sensoriale differenziale, mentre il secondo riflette la capacità dei sommelier di prestare attenzione agli input sensoriali rilevanti e di tradurli in descrizioni verbali complesse. La maggiore sincronizzazione tra questi circuiti apparentemente indipendenti suggerisce che i sommelier abbiano integrato queste descrizioni con la precedente conoscenza semantica per ottimizzare la loro capacità di distinguere tra sottili differenze nel carattere qualitativo del vino.

In conclusione vi sono differenze tra sommelier e non esperti nella struttura del cervello, nella risposta funzionale sia al vino che alla complessità del vino, nonché nella connettività funzionale.

I sommelier generalmente hanno mostrato una maggiore attivazione e connettività funzionale delle aree temporali, mentre i neofiti avevano una maggiore attivazione e connettività funzionale delle aree frontali. Nello specifico, il profilo di connettività funzionale dei sommelier includeva regioni associate sia al gusto che alla lingua. Anche i sommelier, ma non i neofiti, hanno dimostrato modelli di attivazione differenziali quando degustavano vini ad alta complessità rispetto a vini a bassa complessità.

Ormai mancano pochi giorni all’apertura della nona edizione di Wine&Siena che si svolgerà a Siena al Santa Maria della Scala dal 26 al 29 Gennaio. Saranno oltre 500 le etichette selezionate da The Wine Hunter che si potranno degustare e arrivano dal Piemonte, dall’Alto Adige, dalla Lombardia, dal Friuli, dal Veneto, dall’Umbria, dall’Abruzzo, dalla Campania, dalla Basilicata, dalla Sardegna, dalla Sicilia, e chiaramente dalla Toscana.Non solo vini ma si potranno assaggiare eccellenze della gastronomia, circa 60 prodotti tra cioccolati, formaggi, olio, carni e salumi, birra, pasta, riso, cereali, grappe e liquori.

Tra le etichette di vino

Alta Langa piemontese, Monferrato Bianco, Barbera, Nebbiolo, Barolo, il Grignolino. E poi i Franciacorta, gli ’Oltrepo Pavese, i prosecchi Docg della Valdobbiadene. Nelle prestigiose sale del Santa Maria della Scala ci saranno i profumatissimi vini di montagna dell’Alto Adige, Kerner, Gewustraminer, Sauvignon, Risling, Sylvaner, Pino Grigio.  poi la Schiava, il Lagrein, il Pinot Nero. Ed ancora, ci saranno i vini del Collio friulano, Ribolla Gialla, Friulano Doc, Schioppettino, Pinot Nero, il Merlot Collio. Ci saranno gli Igt e pure Doc e Docg dell’Umbria, Cannonau e Vermentino dalla Sardegna, i grandi vini della Campania, Greco e Fiano insieme ai Furore Bianco e Rosso nonchè i Costa d’Amalfi e Ravello Bianco e Rosso.  Immancabili dalla Toscana Chianti e Chianti Classico, Nobile e Brunello, Montecucco, Bolgheri, Carmignano, Valdarno Superiore.

La nona edizione di Wine&Siena si terrà di nuovo nelle prestigiose sale del Santa Maria della Scala. L’evento, voluto dal Patron di Merano WineFestival Helmuth Köcher e dal presidente di Confcommercio Siena Stefano Bernardini, immerge produttori e visitatori a Siena dove il patrimonio culturale sposa le migliori produzioni enologiche e gastronomiche premiate da The WineHunter Award. Preziose le collaborazioni con Camera di Commercio di Arezzo Siena, il Comune di Siena, Regione Toscana, Università degli Studi di Siena, Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Un percorso tra location uniche come il Palazzo Comunale, il Grand Hotel Continental Siena – Starhotels Collezione e Palazzo Squarcialupi al Santa Maria della Scala, che torna ad essere per il quarto anno la location principale delle degustazioni enogastronomiche.

Si inizia venerdì 26 gennaio 2024, taglio del nastro alle 18 a Palazzo Sansedoni, sede della Fondazione Monte dei Paschi per l’inaugurazione. E poi alle 20 torna la Small Plates Dinner al Santa Maria Della Scala – Palazzo Squarcialupi. Con i percorsi sensoriali si parte alle 11 di sabato 27 gennaio al Santa Maria della Scala dove si andrà avanti fino alle 18 con la degustazione di prodotti enogastronomici degli espositori Wine, Food & Spirits, Extrawine, i Consorzi. Sabato 27 gennaio, porte aperte a Palazzo Sansedoni, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, per due visite guidate su prenotazione (per un massimo di 30 persone a visita), una alle 12 e una alle 17, per prenotare scrivere a info@verniceprogetti.it  entro le 12 di venerdì 26 gennaio. Anche domenica 28 gennaio, stand aperti dalle 11 fino alle 18. Infine, con Wine&Siena 2024 torna la giornata di lunedì 29 gennaio dedicata agli operatori del settore e alla stampa, occasione unica per degustare e scoprire nuovi prodotti e conoscere le aziende produttrici.

Per conoscere maggiori dettagli della manifestazione : https://wineandsiena.com

Ci siamo. Manca davvero poco all’apertura del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI, edizione n. 12, che nella nuova sede di BolognaFiere dal 25 al 27 novembre 2023 è pronto ad accogliere il pubblico e oltre 1.000 espositori per la festa del vino artigianale, di qualità e del territorio.
 
Questi i numeri alla partenza985 vignaioli italiani, 2 associazioni che fanno parte di CEVI – Confédération Européenne des Vignerons Indépendants, 29 olivicoltoriFIOI, la Federazione Italiana Olivicoltori Indipendenti, che con FIVI ha siglato un’alleanza fondamentale tra produttori agricoli. Oltre 8.000 vini in assaggio, acquistabili grazie agli immancabili e ormai iconici carrelliPiù di 30.000 metri quadrati di superficie fieristica, distribuita su 4 padiglioni: 29 e 30 per vignaioli e olivicoltori, 28 e 36 per il food e i servizi correlati al Mercato. Un parcheggio da oltre 5mila posti, con la possibilità di riconsegnare lì il carrello, senza tornare in fiera. Ma il numero più importante è il più piccolo: uno. Una infatti, e una sola, è l’identità della manifestazione: l’unica in Italia organizzata dai Vignaioli per i Vignaioli e per chi ama i loro vini. “Mi piace continuare a ricordare che FIVI è un’associazione di rappresentanza, che tutela e difende i Vignaioli italiani, non un organizzatore di eventi commerciali. Questo è il valore che sta alle spalle del Mercato dei Vini, perché il pubblico che verrà a Bologna sa chi si troverà di fronte: Vignaiole e Vignaioli, coltivatori di vigna e produttori di vino, gli artigiani del vino italiano che si raccontano in prima persona”, sottolinea Lorenzo Cesconi, Vignaiolo e Presidente FIVI.
 

A poco più di dieci giorni dall’apertura, come di consueto viene dato l’annuncio del vincitore del Premio “Leonildo Pieropan”, dedicato alla memoria di uno dei fondatori di FIVI e giunto alla 9aedizione. Quest’anno sarà assegnato a Emidio Pepe dell’omonima cantina di Torano Nuovo in Abruzzo: la consegna avverrà lunedì 27 novembre 2023 in occasione dell’Assemblea degli Associati.

Questa la motivazione con la quale FIVI ha voluto premiare lo storico socio abruzzese: “Emidio Pepe è l’Abruzzo. C’è chi lo definisce ‘Mr. Montepulciano’ e mai soprannome fu così appropriato. Nel 1964 fonda la sua azienda e comincia la produzione dei suoi vini, quando in Abruzzo non esistevano  ancora le denominazioni: lui e altri vignaioli si misero d’impegno e diedero il loro contributo per plasmare la viticoltura abruzzese, nella consapevolezza che i risultati migliori si ottengono unendo le forze, e che il successo di ogni vignaiolo è legato indissolubilmente al successo del proprio territorio. Quando nel mondo non c’era spazio che per vitigni e vini di grande blasone, Emidio Pepe ha preso la sua valigia e i suoi vini, mettendosi in gioco in prima persona, senza l’aiuto di nessuno se non delle sue forze, diventando così un modello che da generazioni tanti vignaioli abruzzesi cercano di seguire, traendo ispirazione dal suo esempio. E se, nonostante le difficoltà, ancora oggi qualcuno decide di fare questo mestiere, pensando che il vino sia il frutto della vite e di una vita dedicata al lavoro, ci risulta ancora più facile capire che l’esempio di vignaioli come Emidio Pepe continua a dare i suoi frutti”.
 

Alle tante novità di Bologna si aggiunge quella del nuovo Premio “Vignaiolo come noi”, attribuito a un uomo o a una donna del mondo della cultura, del giornalismo, dell’economia o dello spettacolo che interpreta il proprio lavoro mettendo al centro i valori di qualità, originalità, professionalità e l’amore per le cose fatte bene, eseguite con passione e cura artigiana.
 
Quest’anno è stato assegnato a un notissimo personaggio del mondo dello spettacolo, il cantante e musicista Stefano Belisari, conosciuto da tutti come Elio, che sarà presente a Bologna al taglio del nastro del Mercato.

Questa la motivazione“C’è la campagna nel passato familiare di quasi tutti gli italiani. Ma non tutti gli italiani lo riconoscono e lo sanno apprezzare. Stefano Belisari, per tutti Elio, ha riannodato i fili delle sue radici contadine e, pur rimanendo a vivere in città, ha trovato nella campagna marchigiana un luogo dove esprimere un altro lato del suo caleidoscopico talento. E dopo averlo dimostrato per tutta la sua carriera in studio di registrazione, sul palco dei palazzetti o dei teatri, alla radio, in televisione, anche questo suo piccolo ritorno alla terra lo conferma: bisogna amare profondamente il proprio mestiere, e dedicarsi ad esso con passione e cura, per fare cose belle e farle amare”.

LE MASTER CLASS DEL MERCATO DEI VINI
 
Quattro le masterclass che arricchiranno il programma della manifestazione: al centro, quattro importanti vitigni autoctoni italiani, raccontati dalla viva voce dei Vignaioli dei rispettivi territori. Dal Fiano di Avellino – con una verticale di “Vigna della Congregazione”, lo storico vino di Villa Diamante – al Lambrusco, di cui parlerà il vignaiolo Camillo Favaro; dal Pigato “U Baccan” di Bruna all’Aglianico del Vulture con il “Damaschito” di Grifalco.
 

Il “FUORI MERCATO”
 
Ulteriore novità di questa edizione bolognese è un ricco programma di attività in centro a Bologna, per coinvolgere attivamente la città nel clima di festa del Mercato. Il programma “Fuori Mercato” è organizzato insieme ad AMO (Associazione Mescitori Organizzati), con il supporto di Confcommercio Ascom Bologna.
Giovedì 23 novembre si svolgerà la Wine FIVI Night, la degustazione itinerantedei Vignaioli Indipendenti. Chi visiterà almeno 5 locali AMO aderenti all’iniziativa riceverà un codice per un ingresso ridotto al Mercato.
Sabato 25 novembre arriva in città La notte bianca dei Vignaioli: in ciascuno dei locali aderenti sarà ospitato un Vignaiolo FIVI, dando così vita a tanti momenti speciali all’insegna dei vini artigianali e del territorio.
 

Per maggiori informazioni, prenotazione delle masterclass o prenotazioni per le iniziative in programma in centro a Bologna consultare il sito www.mercatodeivini.it

Le minuscole bollicine che scoppiano appena arrivano alla superficie del calice e la sensazione di pizzicore che l’anidride carbinica provoca sulla lingua fanno parte dell’esperienza che si prova assaggiando champagne e spumanti. Ma per quanto tempo queste bevande possono essere conservate in bottiglie sigillate prima che si esauriscano? Secondo alcuni ricercatori che hanno pubblicato i risultati su ACS Omega, la risposta dipende dalle dimensioni del contenitore. Essi stimano una durata di conservazione di 40 anni per le bottiglie da 750 millilitri e di 82 e 132 anni per le bottiglie da 1,5 litri e 3 litri, rispettivamente.

Lo champagne e gli altri vini spumanti traggono la loro qualità dal perlage e dalla sensazione di pizzicore dall’anidride carbonica che si forma durante un secondo ciclo di fermentazione che avviene all’interno delle bottiglie. La combinazione di lieviti, zucchero e vino avvia la produzione di questo gas e di ulteriore alcol. Sebbene i lieviti muoiano nel giro di pochi mesi, si sviluppano aromi complessi quando le bottiglie invecchiano indisturbate per un periodo che va da 15 mesi a diversi decenni. Allo stesso tempo, però, la bevanda perde anidride carbonica, che fuoriesce lentamente attraverso i tappi metallici sigillati o i tappi di sughero. Gérard Liger-Belair e colleghi hanno quindi voluto rispondere alla domanda: In che modo le dimensioni della bottiglia influenzano la durata dell’invecchiamento di uno champagne prima che si esaurisca?

I ricercatori hanno misurato l’anidride carbonica in diverse annate di champagne invecchiate per più decenni e hanno stimato la quantità originale di anidride carbonica prodotta dal lievito. Hanno scoperto che la quantità di gas all’interno dei recipienti, sigillati con tappi metallici, diminuiva con l’invecchiamento delle bottiglie. Ad esempio, l’annata più vecchia, quella del 1974, ha perso la maggior parte della carbonazione, quasi l’80%. Inoltre, il team ha osservato una correlazione tra il volume di una bottiglia e il livello di anidride carbonica, per cui le bottiglie più grandi trattenevano il gas molto meglio di quelle più piccole.

Alla fine, i ricercatori hanno sviluppato una formula per calcolare la durata di conservazione di una bottiglia, ovvero per quanto tempo lo champagne invecchiato continuerà a produrre spontaneamente bollicine quando viene versato in un bicchiere. Hanno previsto una durata di conservazione di 40 anni per le bottiglie standard da 750 millilitri, di 82 anni per quelle da 1,5 litri e di 132 anni per quelle da 3 litri, dopo di che lo champagne si sarebbe sgonfiato. Grazie all’ampia selezione di champagne invecchiato, che risale a quasi 50 anni fa, i ricercatori hanno dimostrato che la frizzantezza della bevanda nel tempo dipende dalle dimensioni della bottiglia.

Si è conclusa la quarta e ultima sessione dell’anno 2023 del prestigioso Concours Mondial de Bruxelles dedicata ai vini dolci e fortificati. Ventotto esperti degustatori, in rappresentanza di dieci diverse nazionalità, hanno avuto l’onore di assegnare medaglie Gran Oro, Oro e Argento a una selezione di vini provenienti da tutto il mondo.

Solo due etichette italiane sono riuscite ad aggiudicarsi la Gran Medaglia d’Oro e sono: Passione Tramp Volontà 2022 di Tenuta Bragagnolo (Piemonte) Latinia 2017 di Cantina Santadi (Sardegna).

Sono sette invece i vini italiani a vincere la Medaglia d’Oro: Oirad 2020 di Ferruccio Deiana, Palazzo Vecchio 2009 di Palazzo Vecchio, Chi Duci Passito di Uve Zibibbo 2019 di Cantina Chitarra, Vin Santo 2016 di Fratelli Bonaccini, Krysos 2019 di Feudo Disisa, Passito di Tenuta Villa Trasqua Mulsum 2022 di Cantine Mothia. 

Ecco le altre principali tendenze osservate nei risultati:

1/Il Portogallo è stato ampiamente apprezzato per la sua produzione di vini dolci e liquorosi. Non sorprende che a prevalere siano le regioni di Madeira e Porto. Tuttavia, anche denominazioni meno conosciute come Moscatel de Setubal e Carcavelos hanno ottenuto risultati notevoli.

2/ I vini dolci premiati erano molto diversi tra di loro e variavano molto anche in termini di contenuto zuccherino (tra 15 e 400 g/l di zucchero residuo). “Qualunque sia il residuo di zucchero, è l’equilibrio che conta“, ha detto uno dei degustatori. Tutti concordano sul fatto che questa categoria di vini merita un’attenzione particolare per conquistare nuovamente i consumatori.

3/ La rivelazione internazionale di quest’anno viene dalla regione Piemonte, con un Vino Passito. Questo tipo di vino italiano è ottenuto da uve appassite. L’appassimento concentra gli zuccheri naturali dell’uva, conferendo al vino un sapore dolce e intenso. La cuvée Passione Tramp Volontà 2022 di Tenuta Bragagnolo ha conquistato la giuria del Concours Mondial per il suo equilibrio e la sua finezza. Non è la prima volta che questa azienda vince una medaglia al Concours Mondial de Bruxelles, dimostrando di produrre vini di alta qualità da diversi anni.

Per saperne di più sui vini premiati clicca qui: resultats.concoursmondial.com/it/risultati/2023