Durante la manifestazione Chianti Classico Collection 2024 si è tenuto il seminario “10 anni di Gran Selezione”, un affascinante viaggio attraverso il tempo dei primi dieci anni di questa prestigiosa categoria condotto da Antonio Boco e Paolo De Cristofaro con l’assaggio di nove etichette provenienti da varie zone del Chianti Classico, per leggere nel bicchiere le caratteristiche e le particolarità di questa tipologia.

Era il 17 febbraio del 2014 quando nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio l’allora presidente del Consorzio, Sergio Zingarelli, presentò alla stampa sia italiana che internazionale, la nascita di questa nuova tipologia, sicuramente un unicum in Italia, che si posizionava al vertice della piramide della denominazione, la curiosità fu molta, così come un certo scetticismo da parte di una fetta della critica di allora. Utilizzo del sangiovese per almeno l’80% (oggi portato al 90%), l’eventuale saldo solo con uve autoctone a bacca rossa autorizzati ( ciliegio, colorino, mammolo, malvasia nera, pugnitello, ecc ) prodotto esclusivamente da vigneti di proprietà o in affitto condotti direttamente, 30 mesi di affinamento, di cui 3 in bottiglia: insomma, irrompeva nella denominazione un’idea di Chianti Classico più territoriale rispetto al passato.

Secondo l’opinione dei due giornalisti le motivazioni, sia interne che esterne che portarono alla nascita della Gran Selezione, a 10 anni di distanza sembrano essere state confermate dai numeri certamente più che positivi.  Infatti se al debutto furono solo 33 i produttori che scommisero su questa nuova tipologia, oggi il numero è salito a 169 per un totale di 213 etichette presenti sul mercato. La Gran Selezione rappresenta solo il 5% di tutta la denominazione (circa due milioni di bottiglie) ma però, a valore valgono il 12%.
Tra i tanti cambiamenti avvenuti negli ultimi 10 anni quello più importante è stata la nascita delle UGA (Unità Geografiche Aggiuntive), approvate dai soci nel 2021 e pubblicate in Gazzetta ufficiale a luglio dell’anno scorso. Il legame di queste ultime alla sola tipologia Gran Selezione ha di fatto cementato il rapporto con il territorio, tanto che sono nate Gran Selezioni provenienti anche da una singola vigna.

La degustazione

UGA Castellina

Chianti Classico Gran Selezione Sergio Zingarelli 2010 – Rocca delle Macìe
90% Sangiovese, 10% Colorino. Produzione media annua: 5170

Le uve del vino di Rocca delle Macìe provengono dalla zone Ovest di Castellina che è caratterizzata da suoli argillosi e sassosi. Granato, olfatto complesso con sentori di confettura di frutta rossa, viola appassita, sottobosco, tostatura e tocchi mediterranei di erbe officinali. Al palato ha sapidità con tannini di ben misurati, equilibrato e persistente.

UGA Radda

Chianti Classico Gran Selezione Il Solatio 2010 – Castello di Albola
100% Sangiovese. Produzione media annua: 3000

La zona si trova a ridosso dei monti del Chianti ed è solitamente caratterizzata da un clima fresco con dei vigneti più elevate. Le uve provengono dal settore Nord, quello più densamente vitato. Granato scarico,le sensazioni olfattive si evolvono da note di frutta nera in confettura e una spaziatura che ricorda il pepe nero, liquirizia, tabacco e ricordi balsamici. Al palato ha freschezza, verticalità nel sorso, sfumature mentolate e una persistenza di grande lunghezza, con un finale che ricorda la dolcezza vanigliata del legno.

UGA San Donato in Poggio

Chianti Classico Gran Selezione Vigneto Il Poggio 2014 – Castello di Monsanto
95% Sangiovese, 3% Colorino e 2% Canaiolo. Produzione media annua: 7000

La UGA San Donato in Poggio unisce il territorio di due comuni, Barberino Tavarnelle e Poggibonsi, quindi è caratterizzata da un territorio molto eterogeneo. La zona Sud, nella quale sono allevate le uve di questo vino è ricca di alberese, sabbie e argille. Questo è uno storico cru del Chianti Classico infatti la sua prima annata di produzione risale al 1962. Si presenta rubino carico con riflessi granata, olfatto elegante e complesso con sentori floreali che ricordano la rosa e la viola, sfodera un frutto ricco, fruttato, amarena sottospirito, arancia rossa, liquirizia e leggero sottobosco.In bocca presenta tannini levigati che si intrecciano a sapidità e freschezza ben equilibrati con la componente alcolica. Il sorso è lunghissimo con ritorni di agrumi e spezie.

UGA Lamole

Chianti Classico Gran Selezione Lamole 2015 – I Fabbri
100% Sangiovese. Produzione media annua: 1500

Lamole è UGA di altura, con vigneti che superano anche i 700 metri di altitudine. Qui domina una certa omogeneità con la presenza di solo Macigno, ovvero arenarie non calcaree. Questa Gran Selezione, che proviene da vigneti posti nella zona settentrionale mostrano subito un tratto tipico del sangiovese locale, che sa essere ferroso, quasi ematico, con delicate note floreali, note di piccoli frutti e sfumature terrose e rugginose. Al palato, sebbene molto grintoso, fresco, con un tannino a tratti nervoso e spigoloso, mostra comunque un’ottima struttura complessiva.

UGA Gaiole

Chianti Classico Gran Selezione Castello di Brolio 2016 – Ricasoli
97% Sangiovese, 3% Abrusco. Produzione media annua: 50.000

Gaiole è una delle UGA più difficili da schematizzare vista la grandissima eterogeneità presente al suo interno. Siamo nella zona meridionale è un territorio di transizione dal punto di vista geologico dal Macigno a sabbie e conglomerati marini. Rubino di media concentrazione. Elegante nel frutto e nel rovere, con tocchi ferrosi, legno di cedro, violetta, chiodi di garofano, cuoio, caffè.In bocca è fresco, tessitura tannica elegante ben contrapposta a nota calorica importante. Persistente.

UGA Vagliagli

Chianti Classico Gran Selezione Vigna di Sessina 2016 – Dievole
100% Sangiovese. Produzione media annua: 7000

L’UGA Vagliagli si trova nel comune di Castelnuovo Berardenga è tendenzialmente calda e precoce, anche se al suo interno ci sono svariate eccezioni. In questo caso le uve provengono dal settore Nord-Est, che si trova più in alto e differisce dal resto della UGA per la prevalenza di Macigno. Rubino lucente, al naso l‘impatto è molto mediterraneo con note di di erbe aromatiche, pino ,eucalipto, che si alternano ad un frutto sottile e delicato di ciliegia. Al palato è sia ricco e potente che severo e di grande verticalità.   

UGA San Casciano

Chianti Classico Gran Selezione Il Torriano 2019 – La Sala del Torriano
100% Sangiovese. Produzione media annua: 2000

La UGA di San Casciano è tra le più omogenee e uniformi, con un clima caldo, altitudini contenute e vendemmie precoci. Siamo nel settore Sud-Ovest, con pendenze importanti e suoli ricchi di depositi fluviali antichi. Rubino intenso. Fragranze di erbe aromatiche, amarene, viola e macchia mediterranea. Corpo pieno, tannini morbidi ed un finale di precisa forma e qualità di sorso.

UGA Gaiole

Chianti Classico Gran Selezione Vigna Gittori 2019 – Riecine
100% Sangiovese. Produzione media annua: 3233

Si ritorna a Gaiole, questa volta nel settore settentrionale, una delle zone più fresche dell’intera denominazione, con una grande variabilità altimetrica e geologica. Rubino scarico con riflessi violacei, ha un naso di grande eleganza, con un frutto delicato di ciliegia, lampone, terra e violette. Gusto sapido, caldo, ben bilanciato con un finale di grande persistenza e piacevolmente amarognolo.

UGA Panzano

Chianti Classico Gran Selezione Terrazze di San Leonino 2020 – Fontodi
100% Sangiovese. Produzione media annua: 5000

Si conclude con una UGA molto nota come quella di Panzano. In questo caso siamo a Ovest nella famosa “Conca d’oro”, il grand cru di Panzano.Rubino carico, olfatto con note di liquirizia e un frutto maturo di ciliegia e prugna. Si avvertono le note legate alla maturazione nel legno piccolo, e poi ancora sfumature di pepe e anice stellato. In bocca è caldo, con un tannino potente ma di tessitura fine e buona freschezza. Chiude lasciandolabocca piacevolmente asciutta.

 

 

Anni di esperienza, ricerca e passione nell’ambito dei vini in anfora; è con questo patrimonio che Merano WineFestival e Vinitaly lanciano la prima joint venture tra le due organizzazioni: l’idea di un evento dedicato alle giare in terracotta, che rappresenti le eccellenze a livello nazionale. Obiettivo, per entrambe, è il rilancio di una tecnica antica come una rivoluzione a sostegno della naturalità del prodotto e della sostenibilità, oltre a una sfida contro il cambiamento climatico.

 “Amphora Revolution” è il nuovo progetto nato dalla collaborazione tra Merano WineFestival e Vinitaly, prima joint venture tra le due organizzazioni. Un evento d’eccellenza non solo volto a riunire una selezione dei migliori vini in anfora a livello nazionale, ma a promuovere e valorizzare una vecchia tecnologia come innovazione; in risposta anche alle sfide della sostenibilità e del cambiamento climatico sempre più concreto. In programma a Verona venerdì 7 e sabato 8 giugno alle Gallerie Mercatali di Veronafiere, l’evento unirà produttori, enologi e opinion leader tra convention scientifica, simposio, tavole rotonde e masterclass. “Amphora Revolution” vuole infatti posizionarsi come prima referenza nazionale e internazionale grazie alla presenza di produttori in anfora provenienti da tutto il territorio italiano, insieme ad una serie di convegni e simposio tecnico – scientifici che avranno l’obiettivo di raccontare il fascino di queste tecniche enologiche “antiche”, ma incredibilmente attuali. 

«È una iniziativa che si inserisce nella linea del piano strategico di sviluppo di Veronafiere per il triennio 2024-2026 ed esplora nuovi ambiti b2b e b2c strettamente connessi al settore enologico che ha nel Vinitaly una piattaforma promozionale internazionale in grado di proporre il vino in tutte le sue declinazioni e le sue possibili proiezioni commerciali», evidenzia Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere.

«Le giare di terracotta ci riportano al futuroLa terracotta si trova nella terra e la terracotta la ritrovi come parte della vinificazione», sostiene Helmuth Köcher«L’uomo produce vino in anfora da almeno 8mila anni, come dimostrano gli scavi archeologici in Georgia. L’Italia ha un grande potenziale, c’è molta qualità e lo dico anche in base al confronto che ho avuto modo di fare negli ultimi quindici anni con i vini georgiani. Abbiamo voluto creare questo evento per valorizzare questa antica tradizione che oggi più che mai si rivela un’innovazione, una vera rivoluzione. Ecco perché ‘Amphora Revolution’: un patrimonio antico che può garantire la naturalità del prodotto, in sintonia con la sostenibilità ambientale e che può rappresentare una sfida contro i cambiamenti climatici».

ll vino fermentato, invecchiato e conservato in anfore di argilla, una pratica nata in Georgia 6.000-8.000 anni fa, sta vivendo una rinascita in tutto il mondo e offre oggi nuove opportunità alla viticoltura. Secondo i sostenitori, l’uso moderno di questa tecnica consente una lenta micro-ossigenazione, temperature controllate naturalmente, pura espressione del frutto e ammorbidimento dell’acidità – o, se cotta a temperatura molto elevata, conservazione dell’acidità. L’anfora, inoltre, offre un vantaggio ambientale e finanziario, con una durata di decenni se non secoli. 

In occasione di Vinitaly 2024, dal 14 al 17 aprile, il progetto verrà presentato ufficialmente attraverso una masterclass condotta da The WineHunter Helmuth Köcher che avrà l’obiettivo di raccontare in anteprima le eccellenze dei vini prodotti attraverso l’antica tecnica dell’utilizzo di giare in terracotta.

C’è tutto il made in Italy enologico da tutte le regioni italiane e da oltre 30 nazioni alla 56^ edizione di Vinitaly, in programma a Veronafiere dal 14 al 17 aprile prossimo.
Ad oggi, infatti, il quartiere fieristico di oltre 180mila mq netti è pronto a diventare l’agorà internazionale del wine business per 4.000 cantine già confermate. Una partecipazione espositiva consolidata che conferma la centralità del Salone internazionale del vino e dei distillati sempre più targetizzato sulle esigenze delle imprese e sulla promozione del settore in Italia e sui mercati esteri, storici ed emergenti.
Va in questa direzione anche il nuovo Piano strategico di Veronafiere “One 2024-2026” che contempla un rafforzamento ulteriore della mission di Vinitaly volta ad amplificare la piattaforma promozionale del brand per garantire, al contempo, investimenti per l’incoming sulla manifestazione e sul prodotto italiano nelle piazze export più strategiche, grazie a un radicamento di Veronafiere ancora più capillare proprio in quelle aree. Prosegue, inoltre, il percorso di selezione qualitativa degli operatori avviato per la 55^ edizione del 2023, con un programma straordinario di recruiting che portò a Verona 29.600 operatori internazionali da 143 nazioni (su un complessivo di 93mila presenze), di cui oltre mille top buyer scelti e ospitati da Veronafiere e Ice-Agenzia. Mentre sono stati 11mila gli appuntamenti pianificati tra espositori e buyer sulla piattaforma Vinitaly Plus a cui si sono aggiunti quelli fissati direttamente tra aziende e operatori.
 
In contemporanea a Vinitaly 2024 anche la 28^ edizione di SolInternational olive oil trade show (area C); Xcellent Beers (area C) e il 25Enolitech, Salone internazionale delle tecnologie per la produzione di vino, olio e birra (pad. F). Con le tre rassegne, il numero delle aziende presenti nei 17 padiglioni della fiera sale a quasi 4.300 (dato ad oggi).
 
Confermato Vinitaly and the city, il fuori salone per gli appassionati in calendario nel centro della città scaligera, patrimonio Unesco, dal 12 al 15 aprile 2024. Nel 2023, sono state oltre 45mila le degustazioni da parte dei winelover.
 
13° Vinitaly Opera Wine (Gallerie Mercatali, sabato 13 aprile). Sono 131 i produttori selezionati da Wine Spectator e Veronafiere per la 13^ edizione di Vinitaly Operawine, l’evento première del Salone internazionale che ogni anno punta i riflettori sugli ambasciatori e sulle iconiche etichette del vino italiano negli States. Per il 13 aprile, si contano 3 debutti rispetto alla selezione 2023, a cui si aggiungono 6 aziende che tornano in lista dopo l’assenza dello scorso anno. Con 33 produttori rappresentati la Toscana è ancora una volta la regione capofila, ma sono confermati anche il secondo e terzo gradino del podio, occupati rispettivamente da Piemonte (19 aziende) e Veneto (18), seguiti a loro volta dalla Sicilia che passa dalle 10 cantine del 2023 a 16. E se due produttori selezionati su tre provengono proprio dalle “regioni bandiera” del vino italiano, guardando alla geografia enologica complessiva dello Stivale il primato per rappresentatività va al Nord (43%), seguito dal Centro (33%) e poi da Sud e Isole (24%).
Tema del layout di Vinitaly Operawine 2024: la lirica iscritta da quest’anno nel Patrimonio immateriale dell’Unesco e simbolo di Verona in tutto il mondo grazie all’Arena Opera Festival.
 
Verso Vinitaly 2024, internazionalizzazione e campagna di incoming. Si concluderà il 19 marzo a Bruxelles il calendario degli eventi internazionali di Vinitaly-Veronafiere in collaborazione con Ice-Agenzia ripartito a settembre dello scorso anno per fidelizzare e intercettare operatori, distributori, top buyer e stampa straniera e per promuovere in maniera sistemica il vino italiano. Un giro del mondo in 17 tappe tra manifestazioni fieristiche, preview e roadshow dal Nord America all’Europa, dal Far East ai Balcani fino al Brasile per un investimento Veronafiere-Ice Agenzia di 3 milioni di euro. A fare da apripista al progetto di valorizzazione del vino tricolore del brand fieristico del vino è stato il Vinitaly China Roadshow a Pechino, Changsha e Hangzhou seguito da Wine South America (settembre 2023), Vinitaly Chicago (1^ edizione, ottobre 2023)la manifestazione dedicata ai professionisti wine&food del Midwest e Wine Vision by Open Balkan, la seconda edizione della più grande fiera enologica nel sud est Europa (novembre 2023). A marzo, il format di Vinitaly Roadshow sbarcherà nuovamente negli Usa, a Houston e New York (4 e 7 marzo).
Per quanto riguarda le Vinitaly Preview, ossia le azioni di promozione in chiave “buyer hunting” firmata da Veronafiere in cooperazione con il sistema camerale all’estero e le Ambasciate, la staffetta ha coinvolto operatori, buyer e stampa specializzata di Svizzera (settembre 2023), Germania (novembre), Danimarca (dicembre), Corea del Sud, Giappone, Svezia e Austria (tutte a gennaio 2024) e Londra (febbraio). L’ultimo appuntamento è fissato a Bruxelles il 19 marzo.
 
Le principali aree tematiche di Vinitaly 2024. Intercettare le tendenze di consumo e garantire una rappresentazione evolutiva del settore in linea con le esigenze del mercato. È uno degli obiettivi delle aree tematiche di Vinitaly che, anche quest’anno, traccia diversi percorsi di matching domanda-offerta sempre più a trazione internazionale.
Organic Hall (area C, nuova posizione – 9^ edizione), salone dedicato al vino biologico certificato prodotto in Italia e all’estero che quest’anno conta cento aziende, con la presenza di espositori internazionali provenienti da Ungheria, Slovenia e Austria. Confermate per il 2024 l’Enoteca Bio e le degustazioni in collaborazione con FederBio e Vi.Te
International Wine Hall (tensostruttura D), padiglione dei paesi produttori esteri che scelgono Vinitaly quale loro vetrina espositiva a partire dalle aziende aderenti al progetto Open Balkan (Serbia, Albania e Macedonia del Nord), Francia con le maison di Champagne, Georgia, Ungheria, Brasile, Armenia, Sudafrica e Grecia.
Mixology (1° piano Palaexpo), la sezione espositiva e che esprime l’arte dei cocktail e della miscelazione di vini, liquori e distillati sulla base dei nuovi trend internazionali. In programma nei quattro giorni di manifestazione, masterclass guidate dai bartender più talentuosi e in voga.
Micro Mega Wines – Micro size, mega quality (area C, nuova posizione – 3^ edizione). È l’unità espositiva all’insegna di “piccolo è bello” ideata dal wine writer Ian D’Agata per Vinitaly. Al centro del progetto le produzioni di nicchia a tiratura limitata.
 
Le principali degustazioni di Vinitaly 2024.
Dagli esclusivi Grand Tasting alle masterclass guidate dalle più importanti riviste enologiche internazionali, passando per gli appuntamenti dedicati a MicroMega Wines, le piccole produzioni tricolori di altissima qualità fino ai consolidati walk around tasting. È un viaggio nell’Italia del vino con una finestra sul mondo quello del calendario delle degustazioni firmato Vinitaly, che dal 14 al 17 aprile animerà i padiglioni di Veronafiere. Nel palinsesto della 56^ edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati, confermati infatti gli assaggi globali dell’International Wine Hall e il Vinitaly Tasting – The Doctor Wine Selection (pad. 10 tutti i giorni), lo spazio curato da Daniele Cernilli, direttore della Guida essenziale ai vini d’Italia, pensato per buyer e horeca. Spazio anche a Young to Young (14, 15 e 16 aprile – sala A 1° piano pad. 10), le degustazioni in cui giovani produttori si raccontano a giovani comunicatori del vino sotto la regia dei giornalisti enogastronomici Paolo Massobrio e Paolo Gatti, e ai tasting dedicati alle produzioni biologiche certificate nell’Organic Hall, in collaborazione con FederBio e Vi.Te. In programma anche Oltre la Doc (14 aprile ore 15.00, sala Tulipano Palaexpo), la degustazione che festeggia i 50 anni della testata Civiltà del Bere oltre ai numerosi momenti degustativi di espositori, Consorzi e associazioni.
Grand Tasting. Sotto i riflettori, il panel delle super degustazioni realizzate da Vinitaly che quest’anno vede protagonisti gli spumanti italiani in “Cool under pressure Italy’s sparkling world” curato dal Master of Wine Gabriele Gorelli (15 aprile ore 11.00 – sala Tulipano Palexpo), e alcune delle denominazioni più rappresentative del panorama enoico del Belpaese in “Le quattro Grandi ‘B’ del Vino Italiano: Barbaresco, Barolo, Bolgheri e Brunello” firmato da Ian D’Agata (16 aprile ore 11.00, sala Argento Palaexpo), uno dei più esperti wine writer mondiali, il quale idealmente vola anche nella terra del Dragone con “Italia-Cina: Andate e ritorno, un viaggio alla scoperte dei mondi nuovi del vino” (17 aprile ore 11.00, sala Argento Palaexpo). “I grandi vini autoctoni italiani” sono poi al centro della degustazione condotta dall’enologo Riccardo Cotarella (16 aprile ore 15.00, sala Argento Palaexpo).
Walk around tasting e Tasting Ex…Press. A tagliare il nastro del programma delle degustazioni il consueto walk around tasting dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso (domenica 14 aprile dalle 11 alle 16.30 in sala Argento Palaexpo), seguito da quello dell’Orange Wine Festival (lunedì 15 aprile dalle 11 alle 18, sala Argento Palaexpo) e quello di Ais (mercoledì 17 aprile dalle 11 alle 15, sala Tulipano Palaexpo). Tornano i tasting Ex…Press e tutti gli appuntamenti condotti dalla stampa estera in collaborazione con Vinitaly da International Wine & Spirit Competition (15 aprile ore 15, sala Iris Palaexpo) a Decanter (14 aprile ore 15, sala A 10 piano pad. 10), da Weinwirtschaft (15 aprile ore 15, sala A 1° piano pad. 10) a Gilbert&Gaillard (16 aprile ore 15, sala A 1° piano pad. 10) fino a Vinum (14 aprile ore 15, sala B 1° piano pad. 10), Revija Vino (16 aprile ore 11, sala B 1° piano pad. 10) oltre al Seminario Permanente Veronelli (16 aprile ore 15 sala B 1° piano pad. 10).
Anche le riviste americane accendono i riflettori sul vino italiano, a partire dai quattro workshop di Wine Spectator a Vinitaly (14 e 15 aprile, 2 appuntamenti giornalieri dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16 – Sala Via Wine2digital) e Wine Enthusiast con Jeff Porter a guidare “Rifermento Renaissance: Reviving Italian Sparkling Wine” (15 aprile dalle 14.45 alle 15.45, Wine2digital Main Stage).

SOL, International olive oil trade show. 
La 28^ edizione di Sol torna alle origini, trasformandosi in International Olive Oil Trade Show, padiglione dedicato esclusivamente all’olio di oliva. Obiettivo: creare ulteriori opportunità commerciali con iniziative mirate, migliorare il posizionamento di quelle esistenti e incrementare la partecipazione di espositori e visitatori professionali. Tra le novità, l’ampliamento della merceologia in esposizione, a partire dai derivati dell’oro verde, come le olive da tavola, i sott’oli, le paste spalmabili a base di olio EVO, fino agli oli aromatizzati, i prodotti per la cosmesi e quelli nutraceutici.
Cambiamenti in atto anche per il Concorso Internazionale Sol d’Oro, giunto alla 22^ edizione (Verona, 11/18 marzo 2024), che si svolgerà in modalità “blind tasting” con una giuria qualificata e di provenienza internazionale, posizionandosi tra i concorsi più selettivi nella sua categoria.
Enolitech.
Taglia il traguardo della 25^ edizione Enolitech, il salone internazionale dedicato all’innovazione tecnologica applicata alla vitivinicoltura, all’olivicoltura e al beverage, che per l’occasione si espande di oltre 3.000 mq, raggiungendo quota 7.600 metri quadri (padiglione F). Circa 150 gli espositori confermati, di cui il 10% provenienti dall’estero in particolare da Cina, Spagna, Francia, Ungheria, Taiwan e Polonia.
Concorsi e guide.
Novità: Vinitaly Design Award
Si rinnova il Vinitaly Design International Packaging Competition, il premio destinato al miglior packaging che – in occasione della 28^ edizione – cambia la sua veste in Vinitaly Design Award. Oltre al naming, le novità investono anche il regolamento del concorso che presenta un nuovo format con modifiche nel sistema di votazione. I vincitori saranno premiati sabato 13 aprile in occasione della serata di Gala al Teatro Ristori.
 
5star Wines – The Book
Giunge all’ottava edizione 5StarWines – the Book, la selezione di vini di Veronafiere in collaborazione con Assoenologi. Una tre giorni di degustazione alla cieca (9-11 aprile), effettuata da un panel di giudici esperti, che culmina nella redazione dell’omonima guida contenente tutti i vini che hanno ottenuto un punteggio pari o superiore a 90/100. Al suo interno anche la speciale sezione Wine Without Walls, dedicata ai vini certificati biologici o biodinamici. La guida è disponibile in lingua inglese, sia in formato digitale che in versione cartacea
 

Più del 25% di espositori rispetto al 2023 alla terza edizione della fiera dedicata al vino buono, pulito e giusto 

Slow Wine Fair torna nel 2025, dal 23 al 25 febbraio a BolognaFiere. Per la prima volta in contemporanea con Sana

Slow Wine Fair 2024 chiude con 12 mila ingressi, il 70% dei quali operatori del settore che hanno potuto conoscere e degustare una selezione unica nel panorama fieristico legato al mondo del vino. Proposte che rispondevano ai requisiti richiesti dal Manifesto del vino buono, pulito e giusto e dalla commissione di assaggio italiana e internazionale di Slow Food. Migliaia gli appuntamenti professionali tra cantine e operatori del settore e tanti contatti informali con 200 buyer internazionali, selezionati anche grazie alla collaborazione di Italian Trade Agency (ICE) e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), e alla piattaforma B2Match, che ha permesso ai professionisti di profilare in maniera dettagliata le aziende e le etichette corrispondenti ai loro interessi. Grande la partecipazione alle 16 Masterclass in programma, alle presentazioni in Casa Slow Food, agli incontri nella Demeter Arena e nello Spazio Reale Mutua, entrambi partner della manifestazione. Partecipate anche le degustazioni realizzate negli spazi istituzionali, tra i quali Regione Lazio – Arsial, Agenzia Laore Sardegna, Comune di Roma, Città Metropolitana di Reggio Calabria e Repubblica di San Marino. Senza dimenticare il forte legame con il territorio dell’Emilia-Romagna, consolidato dalla presenza di 71 produttori, oltre 40 dei quali dell’Enoteca regionale, e di numerosi appuntamenti che hanno avuto per protagoniste le referenze regionali.  Gianpiero Calzolari, Presidente di BolognaFiere: «Siamo molto soddisfatti di questa edizione di Slow Wine Fair. L’aumento di espositori, di visitatori professionali e di appassionati va di pari passo con l’aumento dei consumi di vino biologico e sostenibile nel canale Horeca in tutta Europa. Il prossimo anno la manifestazione sarà ulteriormente arricchita dalla presenza dell’agroalimentare di Sana (dal 23 al 25 febbraio 2025, in contemporanea con Slow Wine Fair), diventando così ancora più attrattiva per i buyer. BolognaFiere si consolida come punto di riferimento dell’enogastronomia di qualità e attenta ai territori». «Si conclude la terza edizione di Slow Wine Fair che voleva far discutere, ragionare e riflettere sull’importanza della fertilità del suolo nel contrasto alla crisi climatica e nella produzione di un vino buono, espressione del terroir – sottolinea Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition e curatore della guida Slow Wine -. Ci riempie di orgoglio il fatto che i produttori, i consumatori e i professionisti che hanno riempito gli stand di BolognaFiere abbiano colto l’importanza del messaggio per un’agricoltura sostenibile, amica della salute e dell’ambiente. Per il futuro, non abbandoniamo questa tematica, ma vogliamo allargare gli orizzonti della manifestazione con nuovi spunti: in questi giorni abbiamo già maturato il tema della prossima edizione che si terrà dal 23 al 25 febbraio 2025, analizzando l’intera filiera del vino oltre l’aspetto agricolo e coinvolgendo tutte le professionalità che interagiscono con il mondo vitivinicolo». L’attenzione al suolo, al centro di questa edizione, è stato un tema approfondito anche dal racconto di viticoltrici e viticoltori che a Slow Wine Fair hanno condiviso con appassionati e professionisti le loro istanze legate al settore agricolo: non solo sfide e soluzioni sperimentate in vigna e in cantina, ma soprattutto la forza e l’entusiasmo di chi è consapevole e fiero di contribuire a rendere la viticoltura un modello di sostenibilità ambientale, culturale e sociale. «Il suolo è fondamentale, perché contiene i microelementi che danno personalità e unicità al prodotto finale. È fondamentale valorizzare i microterritori e le loro caratteristiche, che ci hanno permesso di distinguerci nel mondo – precisa Antonio Barraco dell’omonima azienda di Marsala, Sicilia -. Non dobbiamo rincorrere la quantità a ogni costo, perché ne usciremo sconfitti, ma cercare la qualità e la sostenibilità e lavorare per farci riconoscere la giusta remunerazione». Gli fa eco Edoardo Dottori, giovane produttore dell’areale dei Castelli di Jesi, Marche: «Fare un prodotto naturale senza uso di chimica richiede maggiore lavoro e maggiore conoscenza della terra e della vite: non si può improvvisare». «Produrre secondo metodi biologici è importante per seguire le inclinazioni del terreno. Ogni terra ha una sua vocazione per questo credo sia importante mettere al centro la peculiarità del suolo» conclude Marianna Annio di Agricole Pietraventosa, Puglia.  Dal Brasile arriva Naiana Argenta, dell’azienda Valparaiso, parte della Slow Wine Coalition, la rete che riunisce piccoli produttori di vino buono, pulito e giusto e che trovano a Bologna il luogo perfetto per confrontarsi: «Nel 2006 mio padre ha acquistato un’antica proprietà nella regione che produce il 90% del vino in Brasile. La zona è molto umida, quindi si propagano facilmente le malattie fungine. Ma mentre tutti le combattono con l’agrochimica, mio padre è stato tra i primi a introdurre la copertura delle vigne con metodi di prevenzione e biocontrollo. È difficile lavorare così, ma è grazie a occasioni di scambio come questa in cui entriamo in contatto con altri produttori che non ci sentiamo soli. Ci rendiamo conto di avere tutti gli stessi problemi, anche dall’altra parte del mondo».  Fabio Borgianni, importatore di vino in Norvegia per Lamarc Wines: «È la prima volta che partecipo a Slow Wine Fair ed è stata un’esperienza molto positiva. L’azienda che rappresento è presente in fiera con dieci produttori che lavorano con il canale Horeca, ma stiamo ampliando il nostro portafoglio. Sono venuto a Slow Wine Fair con l’obiettivo di trovare vini per il monopolio del mercato norvegese, l’azienda statale che decide quali vini immettere nei negozi, e la mia ricerca è stata proficua: ho instaurato circa un centinaio di contatti in tre giorni. Ho trovato la fiera molto interessante soprattutto sotto alcuni aspetti: il file rouge creato tra le cantine attraverso l’omogeneità degli spazi loro assegnati e della quantità di prodotti presentati da ciascuna azienda, poi l’ottima organizzazione degli ambienti e la qualità dell’aria nei padiglioni, un fattore non trascurabile nelle attività di degustazione. A Slow Wine Fair ho potuto incontrare e conoscere tantissime realtà di piccole e medie dimensioni che fanno prodotti di qualità e che senza questa fiera non avrebbero occasioni di visibilità e di business in Norvegia». Ripercorrendo l’offerta di questa terza edizione, la Slow Wine Fair ha accolto circa 1.000 cantine, oltre 300 in più rispetto all’edizione 2023, più di 500 delle quali certificate biologiche, biodinamiche o in conversione, provenienti da tutte le regioni italiane e da 27 Paesi. Oltre 170 gli espositori internazionali, tra i quali hanno debuttato cantine da Giappone, Australia, Sudafrica, Svezia e Messico. Oltre 5.000 le etichette del banco d’assaggio tra le quali il pubblico di appassionati, distributori, ristoratori, enotecari, sommelier e buyer ha potuto scegliere in questi tre giorni. Sempre più variegata la presenza della Fiera dell’Amaro d’Italia, con un’area dedicata, dove 23 produttori d’eccellenza selezionati da Amaroteca e dall’Associazione Nazionale Amaro d’Italia hanno esposto i propri amari. Tra le novità di questa edizione The Slow Bar, uno spazio di incontri e degustazioni dedicato al mondo degli spirits, valorizzati nei cocktail preparati dai bartender di Drink Factory utilizzando i soft drinks S. Bernardo.  Ci vediamo a BolognaFiere, dal 23 al 25 febbraio 2025! 
Ufficio stampa Slow Wine Fair 2024

Firenze, 26 febbraio 2024 – È stato presentato oggi nella Sala delle Esposizioni in Palazzo Strozzi Sacrati presso la Regione Toscana “Vitae, 10 anni di Eccellenze toscane”, evento organizzato da PromoFirenze, in collaborazione con AIS Toscana e con il patrocinio della Regione Toscana.
La premiazione, che si terrà nel pomeriggio di venerdì 1° marzo in Camera di Commercio di Firenze, sarà condotta da Simona Bellocci, giornalista di InToscana, prevede la consegna degli attestati alle aziende vitivinicole presenti per dieci anni consecutivi nella guida “Vitae” dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS) con il massimo riconoscimento: le “Quattro Viti”.

Alla presentazione sono intervenuti la vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Stefania Saccardi; il segretario generale della Camera di Commercio di Firenze, Giuseppe Salvini; e il presidente di AIS Toscana, Cristiano Cini.

Sabato 2 e domenica 3 marzo, alla Stazione Leopolda, sarà la volta della 22ma edizione di “Eccellenza di Toscana”, degustazione dei migliori vini del Granducato, saranno presenti oltre 150 produttori di vino e olio e birra per oltre 800 etichette, è organizzata da AIS Toscana, con il patrocinio della Regione Toscana, di Vetrina Toscana con Promozione Toscana Turistica, della Città Metropolitana, del Comune di Firenze ed in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana.

“Premieremo venerdì sera – ha detto la vicepresidente Stefania Saccardi – le 50 cantine che costantemente in questi dici anni sono state all’interno della guida con le “Quattro Viti”: ciò dimostra che la qualità e il valore della nostra regione che si estende dalla Maremma alla Lunigiana rappresentano una particolarità straordinaria della Toscana che ha cantine, dalle più grandi alla più piccola, che nel tempo hanno saputo mantenere un livello molto alto. La premiazione avviene nell’ambito di “Eccellenza di Toscana” che si svolge sabato e domenica 2 e 3 marzo alla Leopolda, 150 espositori con tante cantine che attraverso il prezioso lavoro di AIS, ha messo in campo più di 600 professionisti che conoscono in profondità la propria regione e ogni singola produzione vitivinicola di qualità, dall’azienda più rappresentativa alla più piccola cantina del territorio”. 

“Il vino è uno dei grandi ambasciatori della qualità toscana e motore di un’economia diretta e indiretta importante per la nostra regione e per Firenze – ha detto Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di commercio -. Il valore della produzione vitivinicola fiorentina è il 17% dei 2,5 miliardi di valore della produzione agricola toscana: una risorsa importante, da sviluppare e promuovere con cura”.

“AIS oggi rappresenta l’eccellenza nella formazione e nella comunicazione, con oltre 47.000 soci è di fatto il più grande consesso della sommellerie al mondo, ha affermato Cristiano Cini, presidente AIS Toscana. Siamo felici quanto orgogliosi di essere al fianco delle migliori aziende toscane e quest’anno tra le altre attività presenteremo la guida “Eccellenza di Toscana” e grazie alla collaborazione con la Regione Toscana e con la Camera di Commercio di Firenze la manifestazione si arricchirà di un’anteprima con un ulteriore momento celebrativo dedicato ai produttori “Vitae, 10 anni di Eccellenze toscane”, dalla prima edizione – conclude Cristiano Cini – sono stati degustati 15.000 vini, impiegati 650 sommelier degustatori, 100 redattori, 3800 ore di lavoro, tutto per raccontare ogni anno un numero di aziende tra 312 e 366”.

L’anteprima vuole essere un tributo alla qualità di quei vini alla cui base c’è, un progetto enologico che permette di mantenere alti gli standard nel tempo e mette in evidenza oltre alla qualità costante raggiunta dai produttori toscani, anche il fatto che è diffusa su tutto il territorio regionale si va dalla Rufina alla Maremma, da Bolgheri a Carmignano ed è trasversale anche rispetto alle dimensioni delle cantine, si va da produttori più blasonati e con grandi superficie vitate, alle piccole realtà con pochi ettari di vigna, dalla più antica azienda vitivinicola a quelle di ultima generazione. 

Ai produttori premiati, oltre all’attestato, sarà fatto omaggio da parte del Consorzio Vivaisti Toscani una barbatella di Sangiovese CC2000/1. “Le piante sono la sintesi dell’impegno delle varie aziende vivaistiche toscane che sono alla base dell’intera filiera vitivinicola regionale, afferma il Presidente del CTV Marco Mori, Le piante che vi offriamo sono simbolo delle migliori selezioni clonali frutto della ricerca pubblica e privata toscana, dell’impegno nella loro custodia (TOSCOVIT), dell’attività artigianale dei vari vivaisti che offrono servizi di valore come le simbiosi micorriziche che troverete in questo vaso. L’Amministrazione regionale ha compreso quanto sia importante partire col piede giusto e con la necessaria competenza offrendo servizi e contributi per lo sviluppo e la salvaguardia dell’intero settore vivaistico regionale e dell’intera filiera vitivinicola ad esso collegata.”

Oltre 100 aziende del territorio e più di 200 etichette sono state le protagoniste del Chianti Lovers & Rosso Morellino 2024, l’anteprima che si è tenuta il 18 Febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze.
Circa 250 i giornalisti alla fine accreditati per l’evento e numerosi gli operatori del settore che hanno avuto modo di approfondire la conoscenza delle aziende e delle loro eccellenze.

Due denominazioni diverse, per dimensioni, territorio e base ampelografica, ma che hanno scelto un cammino comune. Il Consorzio Vino Chianti (istituito nel 1927) comprende oggi 3.500 aziende vinicole che lavorano 15.000 ettari di vigneto, la denominazione è suddivisa nelle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, da cui derivano le diverse menzioni aggiuntive: Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Rùfina e Montespertoli. Un territorio vasto che produce oltre 100 milioni di bottiglie l’anno, di cui il 65% va all’estero. Per la denominazione storica della Maremma, il Consorzio Tutela Morellino di Scansano nasce nel 1992 e diventa Docg nel 2007. Oggi conta su 220 soci e su 1.500 ettari a vigneto iscritti alla denominazione (di cui il 15% iscritto a biologico), distribuito su di un territorio vasto 65.000 ettari che coinvolge i comuni di Grosseto, Magliano, Campagnatico, Roccalbegna, Semproniano e Manciano.

In degustazione la difficile vendemmia 2023 che oltre al caldo prolungato a partire da giugno,ha fatto registrare anche una preoccupante e diffusa carenza idrica. Scarse le precipitazioni in primavera, sono arrivate abbondanti a maggio e ottobre su terreni secchi e quindi poco propensi ad assorbirle.Altro dato da registrare è l’eccezionale attacco di peronospora che ha interessato tutto il paese.  Il risultato nei bicchieri è di vini sottili che mancano di equilibrio e soprattutto nel Chianti con alto apporto alcolico e tannini particolarmente duri. Molto più convincenti i Morellino di Scansano che presentano più frutto morbidezza e maggior equilibrio. Inoltre i 2023 assaggiati sono tutti campioni da botte e dunque il giudizio rimane sospeso fino a successivi assaggi.

Chianti 2023

Podere Ghisone

Salcheto

Bindi Sergardi

Morellino di Scansano 2023

Bruni

Cantina Vignaioli di Scansano – Vignabenefizio

Fattoria Le Pupille

Santa Lucia

Terenzi

Val delle Rose

Nella sala dove erano presenti i produttori,oltre ai vini Chianti e Morellino di Scansano già in commercio si potevano assaggiare anche alcuni Vin Santo del Chianti. Questi sono quelli che mi hanno convinto maggiormente:

Vin Santo del Chianti ” Vinsanto di Meri ” 2015- Marzocco di Poppiano

Vin Santo del Chianti ” Vecchietto degli Accarigi” 2015 – Il Sosso

Vin Santo del Chianti “Collefresco” 2012 – Poggiotondo di Lorenzo Massart

Vin Santo del Chianti “Caratello” 2010 – Beconcini Winery

Vin Santo del Chianti Riserva “Marini” 2017 – Az.Ag. Marini Giuseppe

Vin Santo del Chianti Colli Fiorentini 2010- Lanciola

Vin Santo Bianco dell’Empolese 2010 – Piazzano