Si è conclusa da poco l’edizione numero 54 della della fiera dei vini e dei distillati più famosa d’Italia, quella della ripartenza, ma anche quella delle novità, la più importante delle quali vede la manifestazione più orientata verso il business, con i winelovers spostati agli eventi svolti in città dove si è svolto Vinitaly and the city. Che dire la forte riduzione del numero delle presenze dovuta sia al Covid che alla guerra, ma soprattutto a una politica degli accessi e dei biglietti molto restrittiva,  avrà fatto felici molti stand notoriamente super affollati ma certo non sarà piaciuta a chi nell’arco dei 4 giorni ha raccolto magari trenta presenze al proprio stand. Certamente la qualità del pubblico è migliorata, così come la qualità dei contatti per le aziende, si è persa però la sensazione di vivere un evento mediatico importante e forse, più correttamente , si è passati a una fiera molto più professionale. Se questo era l’intento, il risultato è stato raggiunto. La sensazione di un Vinitaly diverso l’ho avuta già all’uscita dell’autostrada e al parcheggio dove non ho trovato nessuna coda. Anche all’interno pochi assembramenti nei padiglioni e piena vivibilità agli stand, con alcune eccezioni veramente contenute. In alcune regioni molti espositori soli nei propri stand o in attesa di appuntamenti prefissati: insomma, un’altra storia rispetto al passato.Molte le iniziative che proposte all’interno del Vinitaly, degustazioni, convegni e conferenze, ma purtroppo io potevo essere presente solo il lunedì, quindi ho preferito incontrare i produttori nei vari padiglioni. Ho iniziato dagli spumanti metodo classico, in particolare i Franciacorta e i Trentodoc, poi un passaggio in Umbria ad assaggiare il Montefalco Sagrantino, un salto in Alto Adige, Toscana e Sicilia. Breve sosta per mangiare qualcosa e dopo mi sono recato al nuovo padiglione Micro Mega Wines dove ho conosciuto vini e produttori nuovi con prodotti veramente interessanti. Un salto nel padiglione del bio e dei vini naturali, poi avevo messo in programma di visitare anche il padiglione del Sol & Agrifood ma ormai era già l’ora di uscire, il prossimo anno rimarrò più giorni.

 

 Si è svolto nel fine settimana del 25 e 26 novembre a Piacenza la settima edizione della Mostra mercato dei vini dei vignaioli indipendenti organizzata dalla FIVI. Una formula azzeccata che permette all’appassionato di poter assaggiare i vini, parlare direttamente con la persona che si occupa della produzione, e di poter acquistare i vini che più gli piacciono. La partecipazione del pubblico è stata numerosa, così come quella dell’aziende, erano presenti infatti circa 500 produttori provenienti da tutte le regioni d’Italia.Io ero presente il sabato e ho fatto numerosi assaggi, trovando vinimolto interessanti che non conoscevo oppure trovando conferme positive da parte di prodotti che già conoscevo.In particolare mi sono piaciuti gli spumanti di Bosio, Handerburg ormai una delle migliori aziende produttrici di spumanti, i vini dell’azienda freccia rossa, il Riesling e il Pinot nero Giorgio Odero, Moroder, La Monacesca, IL Poggio, Ca’la Bionda, Lis fadis, Palmento Costanzo, Istine, San Lorenzo,Capolino Berlingeri, Crivelli, Ciabot Berton.

 

 

 

Ci siamo, domani apre la 51 edizione di Vinitaly, la più importante manifestazione dedicata al mondo del vino. Vinitaly non è solo una fiera del vino, ma è un contenitore di eventi a cui possono partecipare sia gli addetti ai lavori sia i winelovers. Quest’anno ci sono molte novità sia negli eventi sia nella partecipazione di aziende italiane e straniere, inoltre è stato ampliato anche la parte del fuori  salone che si svolge nel centri di Verona con delle esperienze all’insegna del buon cibo, arte, musica e divertimento. Certo c’è anche il lato negativo ed è quello che riguarda le interminabili file da fare con l’auto sia per raggiungere la fiera sia per entrare ed uscire dai parcheggi. Comunque vale sempre la pena di visitarlo. Buon Vinitaly a tutti.

Alla stazione Leopolda di Firenze si è svolta la manifestazione Chianti Classico Collection 2010 dove sono stati presentati i vini dell'annata 2008 e le Riserve del 2007.La vendemmia 2008 nel Chianti Classico non è stata certo eccezionale, ma i vini assaggiati mi hanno comunque ben impressionato.In generale la qualità dei vini è migliorata, non  più  vini  con colori carichi, profondi, odori di frutta rossa matura, vaniglia e grande struttura al gusto, ma vini più freschi, eleganti, equilibrati e con un utilizzo del legno meno invasivo rispetto a prima. Vini più legati al territorio , di media struttura e più facili da bere.Circa 130 i prodotti presentati della vendemmia 2008 alcuni dei quali erano prelevati dalla botte, tra quelli degustati mi sono piaciuti: San Giusto a Rentennano, Badia a Coltibuono, Bibbiano, Castello di Monsanto, San Pancrazio, Felsina,Isole e Olena, Rocca di Montegrossi, Pieve di Campoli.Tra le Riserve 2007: San Pancrazio,Felsina, San Giusto a Rentennano "Le Baroncole".