Più del 25% di espositori rispetto al 2023 alla terza edizione della fiera dedicata al vino buono, pulito e giusto 

Slow Wine Fair torna nel 2025, dal 23 al 25 febbraio a BolognaFiere. Per la prima volta in contemporanea con Sana

Slow Wine Fair 2024 chiude con 12 mila ingressi, il 70% dei quali operatori del settore che hanno potuto conoscere e degustare una selezione unica nel panorama fieristico legato al mondo del vino. Proposte che rispondevano ai requisiti richiesti dal Manifesto del vino buono, pulito e giusto e dalla commissione di assaggio italiana e internazionale di Slow Food. Migliaia gli appuntamenti professionali tra cantine e operatori del settore e tanti contatti informali con 200 buyer internazionali, selezionati anche grazie alla collaborazione di Italian Trade Agency (ICE) e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), e alla piattaforma B2Match, che ha permesso ai professionisti di profilare in maniera dettagliata le aziende e le etichette corrispondenti ai loro interessi. Grande la partecipazione alle 16 Masterclass in programma, alle presentazioni in Casa Slow Food, agli incontri nella Demeter Arena e nello Spazio Reale Mutua, entrambi partner della manifestazione. Partecipate anche le degustazioni realizzate negli spazi istituzionali, tra i quali Regione Lazio – Arsial, Agenzia Laore Sardegna, Comune di Roma, Città Metropolitana di Reggio Calabria e Repubblica di San Marino. Senza dimenticare il forte legame con il territorio dell’Emilia-Romagna, consolidato dalla presenza di 71 produttori, oltre 40 dei quali dell’Enoteca regionale, e di numerosi appuntamenti che hanno avuto per protagoniste le referenze regionali.  Gianpiero Calzolari, Presidente di BolognaFiere: «Siamo molto soddisfatti di questa edizione di Slow Wine Fair. L’aumento di espositori, di visitatori professionali e di appassionati va di pari passo con l’aumento dei consumi di vino biologico e sostenibile nel canale Horeca in tutta Europa. Il prossimo anno la manifestazione sarà ulteriormente arricchita dalla presenza dell’agroalimentare di Sana (dal 23 al 25 febbraio 2025, in contemporanea con Slow Wine Fair), diventando così ancora più attrattiva per i buyer. BolognaFiere si consolida come punto di riferimento dell’enogastronomia di qualità e attenta ai territori». «Si conclude la terza edizione di Slow Wine Fair che voleva far discutere, ragionare e riflettere sull’importanza della fertilità del suolo nel contrasto alla crisi climatica e nella produzione di un vino buono, espressione del terroir – sottolinea Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition e curatore della guida Slow Wine -. Ci riempie di orgoglio il fatto che i produttori, i consumatori e i professionisti che hanno riempito gli stand di BolognaFiere abbiano colto l’importanza del messaggio per un’agricoltura sostenibile, amica della salute e dell’ambiente. Per il futuro, non abbandoniamo questa tematica, ma vogliamo allargare gli orizzonti della manifestazione con nuovi spunti: in questi giorni abbiamo già maturato il tema della prossima edizione che si terrà dal 23 al 25 febbraio 2025, analizzando l’intera filiera del vino oltre l’aspetto agricolo e coinvolgendo tutte le professionalità che interagiscono con il mondo vitivinicolo». L’attenzione al suolo, al centro di questa edizione, è stato un tema approfondito anche dal racconto di viticoltrici e viticoltori che a Slow Wine Fair hanno condiviso con appassionati e professionisti le loro istanze legate al settore agricolo: non solo sfide e soluzioni sperimentate in vigna e in cantina, ma soprattutto la forza e l’entusiasmo di chi è consapevole e fiero di contribuire a rendere la viticoltura un modello di sostenibilità ambientale, culturale e sociale. «Il suolo è fondamentale, perché contiene i microelementi che danno personalità e unicità al prodotto finale. È fondamentale valorizzare i microterritori e le loro caratteristiche, che ci hanno permesso di distinguerci nel mondo – precisa Antonio Barraco dell’omonima azienda di Marsala, Sicilia -. Non dobbiamo rincorrere la quantità a ogni costo, perché ne usciremo sconfitti, ma cercare la qualità e la sostenibilità e lavorare per farci riconoscere la giusta remunerazione». Gli fa eco Edoardo Dottori, giovane produttore dell’areale dei Castelli di Jesi, Marche: «Fare un prodotto naturale senza uso di chimica richiede maggiore lavoro e maggiore conoscenza della terra e della vite: non si può improvvisare». «Produrre secondo metodi biologici è importante per seguire le inclinazioni del terreno. Ogni terra ha una sua vocazione per questo credo sia importante mettere al centro la peculiarità del suolo» conclude Marianna Annio di Agricole Pietraventosa, Puglia.  Dal Brasile arriva Naiana Argenta, dell’azienda Valparaiso, parte della Slow Wine Coalition, la rete che riunisce piccoli produttori di vino buono, pulito e giusto e che trovano a Bologna il luogo perfetto per confrontarsi: «Nel 2006 mio padre ha acquistato un’antica proprietà nella regione che produce il 90% del vino in Brasile. La zona è molto umida, quindi si propagano facilmente le malattie fungine. Ma mentre tutti le combattono con l’agrochimica, mio padre è stato tra i primi a introdurre la copertura delle vigne con metodi di prevenzione e biocontrollo. È difficile lavorare così, ma è grazie a occasioni di scambio come questa in cui entriamo in contatto con altri produttori che non ci sentiamo soli. Ci rendiamo conto di avere tutti gli stessi problemi, anche dall’altra parte del mondo».  Fabio Borgianni, importatore di vino in Norvegia per Lamarc Wines: «È la prima volta che partecipo a Slow Wine Fair ed è stata un’esperienza molto positiva. L’azienda che rappresento è presente in fiera con dieci produttori che lavorano con il canale Horeca, ma stiamo ampliando il nostro portafoglio. Sono venuto a Slow Wine Fair con l’obiettivo di trovare vini per il monopolio del mercato norvegese, l’azienda statale che decide quali vini immettere nei negozi, e la mia ricerca è stata proficua: ho instaurato circa un centinaio di contatti in tre giorni. Ho trovato la fiera molto interessante soprattutto sotto alcuni aspetti: il file rouge creato tra le cantine attraverso l’omogeneità degli spazi loro assegnati e della quantità di prodotti presentati da ciascuna azienda, poi l’ottima organizzazione degli ambienti e la qualità dell’aria nei padiglioni, un fattore non trascurabile nelle attività di degustazione. A Slow Wine Fair ho potuto incontrare e conoscere tantissime realtà di piccole e medie dimensioni che fanno prodotti di qualità e che senza questa fiera non avrebbero occasioni di visibilità e di business in Norvegia». Ripercorrendo l’offerta di questa terza edizione, la Slow Wine Fair ha accolto circa 1.000 cantine, oltre 300 in più rispetto all’edizione 2023, più di 500 delle quali certificate biologiche, biodinamiche o in conversione, provenienti da tutte le regioni italiane e da 27 Paesi. Oltre 170 gli espositori internazionali, tra i quali hanno debuttato cantine da Giappone, Australia, Sudafrica, Svezia e Messico. Oltre 5.000 le etichette del banco d’assaggio tra le quali il pubblico di appassionati, distributori, ristoratori, enotecari, sommelier e buyer ha potuto scegliere in questi tre giorni. Sempre più variegata la presenza della Fiera dell’Amaro d’Italia, con un’area dedicata, dove 23 produttori d’eccellenza selezionati da Amaroteca e dall’Associazione Nazionale Amaro d’Italia hanno esposto i propri amari. Tra le novità di questa edizione The Slow Bar, uno spazio di incontri e degustazioni dedicato al mondo degli spirits, valorizzati nei cocktail preparati dai bartender di Drink Factory utilizzando i soft drinks S. Bernardo.  Ci vediamo a BolognaFiere, dal 23 al 25 febbraio 2025! 
Ufficio stampa Slow Wine Fair 2024

Firenze, 26 febbraio 2024 – È stato presentato oggi nella Sala delle Esposizioni in Palazzo Strozzi Sacrati presso la Regione Toscana “Vitae, 10 anni di Eccellenze toscane”, evento organizzato da PromoFirenze, in collaborazione con AIS Toscana e con il patrocinio della Regione Toscana.
La premiazione, che si terrà nel pomeriggio di venerdì 1° marzo in Camera di Commercio di Firenze, sarà condotta da Simona Bellocci, giornalista di InToscana, prevede la consegna degli attestati alle aziende vitivinicole presenti per dieci anni consecutivi nella guida “Vitae” dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS) con il massimo riconoscimento: le “Quattro Viti”.

Alla presentazione sono intervenuti la vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Stefania Saccardi; il segretario generale della Camera di Commercio di Firenze, Giuseppe Salvini; e il presidente di AIS Toscana, Cristiano Cini.

Sabato 2 e domenica 3 marzo, alla Stazione Leopolda, sarà la volta della 22ma edizione di “Eccellenza di Toscana”, degustazione dei migliori vini del Granducato, saranno presenti oltre 150 produttori di vino e olio e birra per oltre 800 etichette, è organizzata da AIS Toscana, con il patrocinio della Regione Toscana, di Vetrina Toscana con Promozione Toscana Turistica, della Città Metropolitana, del Comune di Firenze ed in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana.

“Premieremo venerdì sera – ha detto la vicepresidente Stefania Saccardi – le 50 cantine che costantemente in questi dici anni sono state all’interno della guida con le “Quattro Viti”: ciò dimostra che la qualità e il valore della nostra regione che si estende dalla Maremma alla Lunigiana rappresentano una particolarità straordinaria della Toscana che ha cantine, dalle più grandi alla più piccola, che nel tempo hanno saputo mantenere un livello molto alto. La premiazione avviene nell’ambito di “Eccellenza di Toscana” che si svolge sabato e domenica 2 e 3 marzo alla Leopolda, 150 espositori con tante cantine che attraverso il prezioso lavoro di AIS, ha messo in campo più di 600 professionisti che conoscono in profondità la propria regione e ogni singola produzione vitivinicola di qualità, dall’azienda più rappresentativa alla più piccola cantina del territorio”. 

“Il vino è uno dei grandi ambasciatori della qualità toscana e motore di un’economia diretta e indiretta importante per la nostra regione e per Firenze – ha detto Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di commercio -. Il valore della produzione vitivinicola fiorentina è il 17% dei 2,5 miliardi di valore della produzione agricola toscana: una risorsa importante, da sviluppare e promuovere con cura”.

“AIS oggi rappresenta l’eccellenza nella formazione e nella comunicazione, con oltre 47.000 soci è di fatto il più grande consesso della sommellerie al mondo, ha affermato Cristiano Cini, presidente AIS Toscana. Siamo felici quanto orgogliosi di essere al fianco delle migliori aziende toscane e quest’anno tra le altre attività presenteremo la guida “Eccellenza di Toscana” e grazie alla collaborazione con la Regione Toscana e con la Camera di Commercio di Firenze la manifestazione si arricchirà di un’anteprima con un ulteriore momento celebrativo dedicato ai produttori “Vitae, 10 anni di Eccellenze toscane”, dalla prima edizione – conclude Cristiano Cini – sono stati degustati 15.000 vini, impiegati 650 sommelier degustatori, 100 redattori, 3800 ore di lavoro, tutto per raccontare ogni anno un numero di aziende tra 312 e 366”.

L’anteprima vuole essere un tributo alla qualità di quei vini alla cui base c’è, un progetto enologico che permette di mantenere alti gli standard nel tempo e mette in evidenza oltre alla qualità costante raggiunta dai produttori toscani, anche il fatto che è diffusa su tutto il territorio regionale si va dalla Rufina alla Maremma, da Bolgheri a Carmignano ed è trasversale anche rispetto alle dimensioni delle cantine, si va da produttori più blasonati e con grandi superficie vitate, alle piccole realtà con pochi ettari di vigna, dalla più antica azienda vitivinicola a quelle di ultima generazione. 

Ai produttori premiati, oltre all’attestato, sarà fatto omaggio da parte del Consorzio Vivaisti Toscani una barbatella di Sangiovese CC2000/1. “Le piante sono la sintesi dell’impegno delle varie aziende vivaistiche toscane che sono alla base dell’intera filiera vitivinicola regionale, afferma il Presidente del CTV Marco Mori, Le piante che vi offriamo sono simbolo delle migliori selezioni clonali frutto della ricerca pubblica e privata toscana, dell’impegno nella loro custodia (TOSCOVIT), dell’attività artigianale dei vari vivaisti che offrono servizi di valore come le simbiosi micorriziche che troverete in questo vaso. L’Amministrazione regionale ha compreso quanto sia importante partire col piede giusto e con la necessaria competenza offrendo servizi e contributi per lo sviluppo e la salvaguardia dell’intero settore vivaistico regionale e dell’intera filiera vitivinicola ad esso collegata.”

Oltre 100 aziende del territorio e più di 200 etichette sono state le protagoniste del Chianti Lovers & Rosso Morellino 2024, l’anteprima che si è tenuta il 18 Febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze.
Circa 250 i giornalisti alla fine accreditati per l’evento e numerosi gli operatori del settore che hanno avuto modo di approfondire la conoscenza delle aziende e delle loro eccellenze.

Due denominazioni diverse, per dimensioni, territorio e base ampelografica, ma che hanno scelto un cammino comune. Il Consorzio Vino Chianti (istituito nel 1927) comprende oggi 3.500 aziende vinicole che lavorano 15.000 ettari di vigneto, la denominazione è suddivisa nelle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, da cui derivano le diverse menzioni aggiuntive: Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Rùfina e Montespertoli. Un territorio vasto che produce oltre 100 milioni di bottiglie l’anno, di cui il 65% va all’estero. Per la denominazione storica della Maremma, il Consorzio Tutela Morellino di Scansano nasce nel 1992 e diventa Docg nel 2007. Oggi conta su 220 soci e su 1.500 ettari a vigneto iscritti alla denominazione (di cui il 15% iscritto a biologico), distribuito su di un territorio vasto 65.000 ettari che coinvolge i comuni di Grosseto, Magliano, Campagnatico, Roccalbegna, Semproniano e Manciano.

In degustazione la difficile vendemmia 2023 che oltre al caldo prolungato a partire da giugno,ha fatto registrare anche una preoccupante e diffusa carenza idrica. Scarse le precipitazioni in primavera, sono arrivate abbondanti a maggio e ottobre su terreni secchi e quindi poco propensi ad assorbirle.Altro dato da registrare è l’eccezionale attacco di peronospora che ha interessato tutto il paese.  Il risultato nei bicchieri è di vini sottili che mancano di equilibrio e soprattutto nel Chianti con alto apporto alcolico e tannini particolarmente duri. Molto più convincenti i Morellino di Scansano che presentano più frutto morbidezza e maggior equilibrio. Inoltre i 2023 assaggiati sono tutti campioni da botte e dunque il giudizio rimane sospeso fino a successivi assaggi.

Chianti 2023

Podere Ghisone

Salcheto

Bindi Sergardi

Morellino di Scansano 2023

Bruni

Cantina Vignaioli di Scansano – Vignabenefizio

Fattoria Le Pupille

Santa Lucia

Terenzi

Val delle Rose

Nella sala dove erano presenti i produttori,oltre ai vini Chianti e Morellino di Scansano già in commercio si potevano assaggiare anche alcuni Vin Santo del Chianti. Questi sono quelli che mi hanno convinto maggiormente:

Vin Santo del Chianti ” Vinsanto di Meri ” 2015- Marzocco di Poppiano

Vin Santo del Chianti ” Vecchietto degli Accarigi” 2015 – Il Sosso

Vin Santo del Chianti “Collefresco” 2012 – Poggiotondo di Lorenzo Massart

Vin Santo del Chianti “Caratello” 2010 – Beconcini Winery

Vin Santo del Chianti Riserva “Marini” 2017 – Az.Ag. Marini Giuseppe

Vin Santo del Chianti Colli Fiorentini 2010- Lanciola

Vin Santo Bianco dell’Empolese 2010 – Piazzano

Terza edizione dell’ anteprima L’Altra Toscana che si è svolta nel Palazzo degli Affari di Firenze dove 18 Denominazioni hanno portato in degustazione le loro nuove annate. Circa 350 etichette che raccontano sfaccettature diverse e forse meno conosciute della Toscana enologica. 

Oltre alla classica degustazione al tavolo quest’anno gestita dai sommelier Fisar e presso i banconi consortili, sono stati proposti, durante l’evento, cinque diversi percorsi di degustazione per meglio destreggiarsi tra i numerosi assaggi disponibili:

  • Assemblaggi Di Sangiovese: vini rossi e rosati in assemblaggio con altre varietà autoctone e/o internazionali;
  • Gli Internazionali: sia in purezza che in assemblaggio tra loro;
  • I Bianchi di Toscana: interessantissimo percorso che ha aperto una vetrina su di una produzione a volte bistrattata, ottenuta sia da vitigni autoctoni che da varietà internazionali;
  • Il Sangiovese: la purezza del vitigno maggiormente prodotto;
  • Gli Altri Autoctoni: alla scoperta delle varietà, in maggior parte prodotte in purezza come Ciliegiolo, Alicante, Pugnitello, Canaiolo, Montepulciano d’Abruzzo.

Tra le proposte di degustazione anche una masterclass guidata da Daniele Cernilli dal titolo “Valdarno di Sopra, dalle modifiche al disciplinare ai vini “Vigna”, l’evoluzione di una D.O. basata su vocazione territoriale, viticoltura bio e qualità”.

Alcuni tra gli assaggi più convincenti:

Vini Bianchi

Maremma Toscana Vermentino Melacce 2023 – Collemassari

Maremma Toscana Vermentino Superiore 2022 – Belguardo

Valdarno Di Sopra Chardonnay Baltea 2022 – Campo del Monte

Toscana bianco Riesling 2021 – Maestà della Formica

Chianti Rùfina

Chianti Rùfina Riserva Vigneto Quona Terraelectae 2020 – I Veroni

Chianti Rùfina Riserva Vigna Poggio Diamante Terraelectae 2020 – Tenuta Bossi, Marchesi Gondi

Chianti Rùfina Riserva Vigna Conneto Terraelectae  2020 – Villa Travignoli

Chianti Rùfina Riserva Vigneto Erchi Terraelectae 2020 – Fattoria Selvapiana

Chianti Rùfina Riserva Vigna Alla Stele Terraelectae 2020 – Frascole

Carmignano

Carmignano Carmione 2022 – Fabrizio Pratesi

Carmignano Il Sasso 2022 – Piaggia

Carmignano Santa Cristina a Mezzana 2022 – Il Sassolo

Carmignano 2021 – Tenuta Le Farnete

Carmignano Riserva Trefiano 2019 – Tenuta di Capezzana

Montecucco

Montecucco Sangiovese La Fonte  2020 – Pianirossi

Montecucco Sangiovese Montenero  2019 – Montenero

Montecucco Sangiovese Carta Canta 2020 – Basile

Montecucco Sangiovese Riserva 2019 – Campinuovi

Montecucco Sangiovese Riserva Impostino 2017 – Tenuta Impostino

Montecucco Sangiovese Riserva Poggio Lombrone 2018 – Collemassari

Montecucco Sangiovese Riserva Cenere 2015 – Amiata

VINO TOSCANA IGT

Toscana Rosso IGT Siepi 2021 – Fonterutoli

Toscana Rosso IGT Mormoreto 2021 – Marchesi Frescobaldi

Toscana Rosso IGT Ripa delle More 2021 – Castello di Vicchiomaggio

Toscana Rosso IGT Luenzo 2020 – Cesani

Toscana Rosso IGT Modus 2020 – Ruffino

Toscana Rosso IGT Vas Oro 2019 – Villa a Sesta

Toscana Rosso IGT Summus 2019 – Banfi

Toscana Rosso IGT Olmaia 2018 – Col d’Orcia

SLOW WINE FAIR 2024: ECCO L’ITINERARIO, CALICE ALLA MANO, TRA I PADIGLIONI DI BOLOGNAFIERE, DAL 25 AL 27 FEBBRAIO.

Riflettere, scoprire, degustare: mini guida per avventurarsi nel mondo del vino buono, pulito e giusto. A Slow Wine Fair 2024.

1. PRIMA DI TUTTO, ARRIVARE PREPARATI!

Prendere parte alla Slow Wine Fair, dal 25 al 27 febbraio a BolognaFiere, vuol dire anche  partecipare al dibattito che mira a rivoluzionare il mondo della viticoltura. Per farlo in modo attivo e consapevole, in questa terza edizione dedicata alla fertilità del suolo, sono stati organizzati tre convegni online che forniscono gli strumenti per comprendere le principali istanze legate al panorama vitivinicolo, sviluppando il tema grazie agli interventi di produttori, ricercatori ed esperti. Nell’ultimo appuntamento, in programma mercoledì 7 febbraio alle 18, si parla di come proteggere il suolo sia fondamentale per mitigare gli effetti della crisi climatica e per preservare la qualità dell’atmosfera.
Potete iscrivervi qui! E rivedere gli incontri precedenti qui

2. APPROFONDIRE NEGLI INCONTRI DELLE ARENE E IN CASA SLOW FOOD

A Slow Wine Fair 2024 potete ampliare il proprio vocabolario enologico, conoscere i progetti che in tutto il mondo promuovono una viticoltura rispettosa del territorio e del suo tessuto sociale, ma soprattutto andare oltre il calice per capire il percorso che porta dalla vigna alla bottiglia. Durante i giorni dell’evento sono tante le occasioni per parlare di vino in maniera completa e trasversale, a partire dagli incontri dedicati a crisi climatica, biologico e trasparenza lungo la filiera, ma non solo. NellArea Reale Mutua (padiglione 15) si svolge la cerimonia del Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow, in cui saranno attribuiti 32 riconoscimenti a tutte quelle realtà che si distinguono per la loro carta territoriale o tematica. Nella Demeter Arena (padiglione 20) si parla di suolo, sostenibilità e agroecologia, dando voce alle esperienze di viticoltori francesi, spagnoli e argentini, turchi e azeri. Tanti anche gli appuntamenti in Casa Slow Food(padiglione 15a), dove si esplorano il ruolo della donna nel mondo del vino, le testimonianze delle aziende biodinamiche italiane e il racconto eno-gastronomico del patrimonio culturale italiano. 

3. CONOSCERE PRODUTTRICI E PRODUTTORI DELLA SLOW WINE COALITION (E NON SOLO)

Tra i padiglioni di BolognaFiere si può passare allo scambio diretto con glioltre 850 espositori provenienti da tutte le regioni italiane e da più di 20 Paesi, tra cui, oltre ai più vocati, citiamo le news entry Australia, Messico, Giappone, Sudafrica e Svezia. Un’opportunità per incontrare vignaioli e vignerons che aderiscono al Manifesto del vino buono, pulito e giusto e fanno parte della Slow Wine Coalition, la rete internazionale promotrice di un sistema produttivo sostenibile, della difesa del paesaggio e di una crescita sociale, culturale ed economica delle campagne. Qui trovate alcune delle storie.

4. PROVARE IL BANCO D’ASSAGGIO CON OLTRE 4.500 ETICHETTE

È giunto finalmente il momento della degustazione! La Wine Listin continuo aggiornamento, consente già ora agli appassionati di ricercare le etichette per tipologia, certificazione, annata e vitigno. Inoltre, anche quest’anno professionisti e buyer possono potranno iscriversi alla piattaforma B2Match, profilando nella maniera più dettagliata possibile le aziende e i prodotti che corrispondono ai loro interessi e individuando facilmente anche i dettagli relativi all’affinamento e alla commercializzazione dei vini stessi. E per coloro che desiderano essere guidati, combinando assaggio e apprendimento, niente di meglio del programma delle Masterclass, in continuo aggiornamento, dedicate alle esperienze di viticoltura biodinamica in diverse regioni vocate del mondo, vitigni autoctoni e ricchezza ampelografica italiana. Scoprile qui. 

5. ASSAGGIARE LE SPECIALITÀ PROPOSTE DAI FOOD TRUCK

Per una pausa gustosa tra una degustazione e l’altra, nel padiglione 18, contiguo agli spazi espositivi, Slow Wine Fair propone una selezione di cucine di strada in cui assaporare specialità locali e regionali. Non possono mancare i padroni di casa, come I due gatti, nati nella Food Valley emiliana, e i food truck del territorio specializzati nella pasta fresca: La Collina delle meraviglie by Stappo e la Bottega Contemporanea Bstradi. Ma anche Bullo, progetto che valorizza i prodotti selezionati direttamente da aziende agricole, salumifici e caseifici del territorio e Basulon, realtà innovativa che esalta i sapori e le eccellenze del Lodigiano. Sempre presenti poi le olive Migliori e Quelli della bombetta, ormai punti di riferimento degli eventi targati Slow Food, insieme a Pantura, cucina itinerante con base a Milano. Molti food truck propongono inoltre un’offerta vegetariana, vegana, e piatti senza glutine.  Scopri qui la selezione. 

6. OLTRE IL VINO: SPAZIARE NELL’UNIVERSO DELL’AMARO

Si conferma per il secondo anno la presenza di un’area dedicata in cui produttori d’eccellenza possono esporre e raccontare i loro amari. Come i produttori di vino, anche questi vengono selezionati secondo precisi criteri, quali l’utilizzo di ingredienti locali e provenienti da coltivazioni sostenibili che prevedano, tra gli altri, un corretto uso del suolo grazie alla collaborazione di Amaroteca e Associazione Nazionale Amaro d’Italia. Come spiega Massimo Montanari nel suo libro Amaro, che sarà presentato lunedì 26 febbraio in Casa Slow Food, il gusto dell’amaro ha infatti un ruolo privilegiato per gli italiani. Nessun’altra cucina europea ha una predilezione così marcata per questo sapore. Un tratto distintivo che ha origini lontane e affonda le radici nell’incontro fra cultura contadina e cultura alta. Oltre alle masterclass, che vedono protagonista l’Amaro Formidabile, la realtà abruzzese Scuppoz e lo storico Gruppo Caffo, tra le novità di questa terza edizione c’è lo Slow Bar, con incontri e degustazioni dedicate agli spirits di quelle aziende che fanno della produzione di qualità un marchio di garanzia. Al centro degli incontri l’utilizzo dei liquori amari all’interno dei drink da aperitivo, che verrà declinato nei cocktail preparati dai bartender della scuola Drink Factory. 

7. RISCOPRIRE BOLOGNA (E DINTORNI) CON GLI EVENTI OFF

In occasione di Slow Wine Fair, le osterie della guida Slow Food e i cuochi dell’Alleanza di Bologna e dintorni partecipano all’iniziativa Piatti di vino, celebrando il suo utilizzo in cucina tra ricette della tradizione e proposte originali. Dal cappello del prete brasato al Sangiovese della Trattoria di Via Serra, passando per gli strozzapreti al vino 629 del Ristorante Bassotto, fino alla rapa rossa con salsa di Trebbiano al pepe verde della Locanda Pincelli, sono già molteplici i locali aderenti. Il programma di iniziative diffuse è tutto da scoprire: passeggiate in vigna, tour guidati del centro storico di Bologna, corsi di cucina sui segreti della pasta fresca e visite con degustazione presso l’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna. Scopri qui tutti gli eventi Off già prenotabili. 

ORGANIZZATA DA BOLOGNAFIERE E SANA DA UN’IDEA DI SLOW FOOD, SLOW WINE FAIR È LA MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE DEDICATA AL VINO BUONO, PULITO E GIUSTO. DAL 25 AL 27 FEBBRAIO 2024, CONVEGNI, MASTERCLASS, E L’ESPOSIZIONE DI CIRCA 1000 CANTINE ITALIANE E INTERNAZIONALI E OLTRE 5.000 ETICHETTE. LA BIGLIETTERIA È DISPONIBILE ONLINE. ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER PER ESSERE AGGIORNATO SU TUTTE LE NOVITÀ. #SLOWWINEFAIR2024