Non di rado il vino definito comunemente e impropriamente – secondo gli autori – rosato viene considerato di seconda fascia rispetto alle tipologie bianco e rosso. Non sempre, però, è stato così. A raccontarci il ruolo da protagonista che questo vino ha avuto soprattutto in passato provvedono ora GiuliaLuigi Cataldi Madonna – ultime generazioni di viticoltori nella storica azienda di famiglia impiantata in agro di Ofena (AQ)

Il volume, oltre all’obiettivo divulgativo, si pone come momento di riflessione per condividere l’idea degli autori di individuare nella denominazione ‘rosa’ – invece del ‘rosato’ o del ‘rosé’ – una nuova opportunità per il settore, valorizzando tutte le espressioni territoriali della produzione rosa italiana.

Attraverso una raffinata analisi storica, artistica, linguistica e culturale, le pagine del volume raccontano quindi di come, fin dalle sue origini, il vino (da uve rosse) nasca in realtà rosa. Secolo dopo secolo ne viene narrata l’evoluzione, spesso vittima di una confusione terminologica e di una reputazione poco consona alla sua reale qualità. Il riaffermarsi del vino rosa come progenitore del vino rosso si delinea attraverso un’analisi approfondita di contributi illustri (anche artistici) e tecniche di vinificazione, fino ad arrivare al risorgimento qualitativo e culturale dei nostri giorni, promosso soprattutto dai francesi. 

Montefalco. Museo Sagrantino

Dopo un accurato lavoro di recupero architettonico e allestimento è stato inaugurato, sabato 20 aprile, il Museo del Sagrantino all’interno del Complesso museale di San Francesco di Montefalco.

La visita al Museo del Sagrantino è un’esperienza visiva e sensoriale. Temi chiave del nuovo museo sono: vitigno, vino, territorio, tradizione, cultura. La visita parte dalle antiche cantine francescane, già allestite con oggetti della tradizione contadina locale grazie alla collaborazione del prof. Luigi Gambacurta e di Giulia Rotoloni, fino ai giorni d’oggi.

Prosegue con la scoperta di questa storica tradizione vitivinicola fra vigneti e piccoli borghi del territorio, già magnificamente raccontata da Benozzo Gozzoli nel 1452 nei suoi affreschi che illuminano proprio l’abside della chiesa di san Francesco, oggi un raro gioiello di ciclo pittorico rinascimentale e vero documento storico sul paesaggio agrario e la città di Montefalco.

Nel percorso sono esposti materiali del XVIII e XIX secolo legati alla lavorazione delle uve e alla produzione in cantina, insieme con documenti, fotografie multimediali e video illustrativi. Il Museo del Sagrantino diventa così porta di accesso alla scoperta del territorio.

Pochi vini, in Umbria, riescono a rappresentare il concetto di terroir come il Montefalco Sagrantino, varietà autoctona della zona. Il Museo rafforza il rapporto identitario di questo vitigno con il territorio de “La Strada del Sagrantino” e diventa un’esperienza profondamente rappresentativa per dare un valore aggiunto all’attività di promozione per tutto il sistema socio-economico del Consorzio Tutela Vini Montefalco.

Non solo Sagrantino, però

In queste terre nasce anche il Montefalco Rosso DOC, il Montefalco Grechetto DOC e il Trebbiano Spoletino DOC Montefalco, che oggi è uno dei bicchieri più richiesti del panorama enologico nazionale. Sono vini che restano nel cuore, perché racchiudono amore, dedizione, intelligenza e caparbietà.

Nel museo prende vita un paesaggio tattile, mai uguale, che nei secoli ha fatto da sfondo alle pitture di Benozzo Gozzoli, del Perugino e di Pinturicchio. È una manciata di chilometri traboccanti di bellezza, da scoprire passo dopo passo tra Montefalco, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria.

Il Museo del Sagrantino abbina impresa, cultura e territorio, per “assaporare” la natura più autentica di questa terra.

Per informazioni: tel. 0742 379598 – museomontefalco@gmail.com – www.museomontefalco.it