L’ambiente

Oggi è il blog action day ed è dedicato all’ambiente, anche io ho deciso di partecipare visto che l’ambiente è da sempre legato alla qualità  del vino. Infatti la differenza di terreno, di microclima, di esposizione e di andamento climatico stagionale portano ad ottenere vini diversi per qualità , profumi e sapori. Da molto tempo ormai si parla di effetto serra e di cambiamenti climatici: il progressivo riscaldamento della terra è diventato un fatto innegabile e non viene più messsa in discussione che la sua causa principale sia da attribuire alle attività  umane. In questo contesto ci si interroga sul futuro della produzione vinicola essendo la qualità  del vino strettamente legata al territorio che lo produce e al clima che lo caratterizza. Uno studio realizzato nel 2006 dall’università  di Firenze all’interno di un progetto di ricerca portato avanti da 16 enti di ricerca di paesi europei e extra europei dal titolo ” Climate change and agricolture in Europe” prospetta l’eventualità  che nel giro di un secolo, il Brunello di Montalcino, il Chianti Classico e il Nobile di Montepulciano potrebbero diventare dei vini estinti, dato che le condizioni climatiche che oggi caratterizzano quelle zone di produzione non sussisteranno più a quella latitudine, ma si sposteranno più a nord. Da questa ricerca amergono anche due parametri molto importanti: l’aumento del tasso atmosferico di CO2 e l’aumento globale della temperatura. Con questo scenario ci si aspettta una modifica notevole delle areee di coltivazione con una generale espansione verso nord e di questo soffriranno soprattutto i prodotti tipici e tradizionali, la cui immagine è fortemente legata all’area di origine come per esempio i vini D.O.C. e D.O.C.G. Non solo ma questi cambiamenti climatici oltre a portare i suoi effetti sul ciclo di maturazione delle piante, porta anche un cambiamento sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. I canbiamenti climatici in corso si manifestano infattti anche con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, un maggior rischio per le gelate tardive, l’aumento di incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti come le cavallette e la riduzione delle risrve idriche. Una situazione che fa aumentare il rischio della desertificazione. Di fronte a questi allarmi io credo che si debba intervenire, e visto che questi cambiamenti climatici sono legati al nostro stile di vita, dovremo iniziare a cambiarlo e ad utilizzare meglio quello che la natura ci mette a disposizione.