Oltre 100 aziende del territorio e più di 200 etichette sono state le protagoniste del Chianti Lovers & Rosso Morellino 2024, l’anteprima che si è tenuta il 18 Febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze. Circa 250 i giornalisti alla fine accreditati per l’evento e numerosi gli operatori del settore che hanno avuto modo di approfondire la conoscenza delle aziende e delle loro eccellenze.
Due denominazioni diverse, per dimensioni, territorio e base ampelografica, ma che hanno scelto un cammino comune. Il Consorzio Vino Chianti (istituito nel 1927) comprende oggi 3.500 aziende vinicole che lavorano 15.000 ettari di vigneto, la denominazione è suddivisa nelle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, da cui derivano le diverse menzioni aggiuntive: Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Rùfina e Montespertoli. Un territorio vasto che produce oltre 100 milioni di bottiglie l’anno, di cui il 65% va all’estero. Per la denominazione storica della Maremma, il Consorzio Tutela Morellino di Scansano nasce nel 1992 e diventa Docg nel 2007. Oggi conta su 220 soci e su 1.500 ettari a vigneto iscritti alla denominazione (di cui il 15% iscritto a biologico), distribuito su di un territorio vasto 65.000 ettari che coinvolge i comuni di Grosseto, Magliano, Campagnatico, Roccalbegna, Semproniano e Manciano.
In degustazione la difficile vendemmia 2023 che oltre al caldo prolungato a partire da giugno,ha fatto registrare anche una preoccupante e diffusa carenza idrica. Scarse le precipitazioni in primavera, sono arrivate abbondanti a maggio e ottobre su terreni secchi e quindi poco propensi ad assorbirle.Altro dato da registrare è l’eccezionale attacco di peronospora che ha interessato tutto il paese. Il risultato nei bicchieri è di vini sottili che mancano di equilibrio e soprattutto nel Chianti con alto apporto alcolico e tannini particolarmente duri. Molto più convincenti i Morellino di Scansano che presentano più frutto morbidezza e maggior equilibrio. Inoltre i 2023 assaggiati sono tutti campioni da botte e dunque il giudizio rimane sospeso fino a successivi assaggi.
Chianti 2023
Podere Ghisone
Salcheto
Bindi Sergardi
Morellino di Scansano 2023
Bruni
Cantina Vignaioli di Scansano – Vignabenefizio
Fattoria Le Pupille
Santa Lucia
Terenzi
Val delle Rose
Nella sala dove erano presenti i produttori,oltre ai vini Chianti e Morellino di Scansano già in commercio si potevano assaggiare anche alcuni Vin Santo del Chianti. Questi sono quelli che mi hanno convinto maggiormente:
Vin Santo del Chianti ” Vinsanto di Meri ” 2015- Marzocco di Poppiano
Vin Santo del Chianti ” Vecchietto degli Accarigi” 2015 – Il Sosso
Vin Santo del Chianti “Collefresco” 2012 – Poggiotondo di Lorenzo Massart
Vin Santo del Chianti “Caratello” 2010 – Beconcini Winery
Vin Santo del Chianti Riserva “Marini” 2017 – Az.Ag. Marini Giuseppe
Vin Santo del Chianti Colli Fiorentini 2010- Lanciola
Terza edizione dell’ anteprima L’Altra Toscana che si è svolta nel Palazzo degli Affari di Firenze dove 18 Denominazioni hanno portato in degustazione le loro nuove annate. Circa 350 etichette che raccontano sfaccettature diverse e forse meno conosciute della Toscana enologica.
Oltre alla classica degustazione al tavolo quest’anno gestita dai sommelier Fisar e presso i banconi consortili, sono stati proposti, durante l’evento, cinque diversi percorsi di degustazione per meglio destreggiarsi tra i numerosi assaggi disponibili:
Assemblaggi Di Sangiovese: vini rossi e rosati in assemblaggio con altre varietà autoctone e/o internazionali;
Gli Internazionali: sia in purezza che in assemblaggio tra loro;
I Bianchi di Toscana: interessantissimo percorso che ha aperto una vetrina su di una produzione a volte bistrattata, ottenuta sia da vitigni autoctoni che da varietà internazionali;
Il Sangiovese: la purezza del vitigno maggiormente prodotto;
Gli Altri Autoctoni: alla scoperta delle varietà, in maggior parte prodotte in purezza come Ciliegiolo, Alicante, Pugnitello, Canaiolo, Montepulciano d’Abruzzo.
Tra le proposte di degustazione anche una masterclass guidata da Daniele Cernilli dal titolo “Valdarno di Sopra, dalle modifiche al disciplinare ai vini “Vigna”, l’evoluzione di una D.O. basata su vocazione territoriale, viticoltura bio e qualità”.
SLOW WINE FAIR 2024: ECCO L’ITINERARIO, CALICE ALLA MANO, TRA I PADIGLIONI DI BOLOGNAFIERE, DAL 25 AL 27 FEBBRAIO.
Riflettere, scoprire, degustare: mini guida per avventurarsi nel mondo del vino buono, pulito e giusto. A Slow Wine Fair 2024.
1. PRIMA DI TUTTO, ARRIVARE PREPARATI!
Prendere parte alla Slow Wine Fair, dal 25 al 27 febbraio a BolognaFiere, vuol dire anche partecipare al dibattito che mira a rivoluzionare il mondo della viticoltura. Per farlo in modo attivo e consapevole, in questa terza edizione dedicata alla fertilità del suolo, sono stati organizzati tre convegni online che forniscono gli strumenti per comprendere le principali istanze legate al panorama vitivinicolo, sviluppando il tema grazie agli interventi di produttori, ricercatori ed esperti. Nell’ultimo appuntamento, in programma mercoledì 7 febbraio alle 18, si parla di come proteggere il suolo sia fondamentale per mitigare gli effetti della crisi climatica e per preservare la qualità dell’atmosfera. Potete iscrivervi qui! E rivedere gli incontri precedenti qui
2. APPROFONDIRE NEGLI INCONTRI DELLE ARENE E IN CASA SLOW FOOD
A Slow Wine Fair 2024 potete ampliare il proprio vocabolario enologico, conoscere i progetti che in tutto il mondo promuovono una viticoltura rispettosa del territorio e del suo tessuto sociale, ma soprattutto andare oltre il calice per capire il percorso che porta dalla vigna alla bottiglia. Durante i giorni dell’evento sono tante le occasioni per parlare di vino in maniera completa e trasversale, a partire dagli incontri dedicati a crisi climatica, biologico e trasparenza lungo la filiera, ma non solo. Nell’Area Reale Mutua (padiglione 15) si svolge la cerimonia del Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow, in cui saranno attribuiti 32 riconoscimenti a tutte quelle realtà che si distinguono per la loro carta territoriale o tematica. Nella Demeter Arena (padiglione 20) si parla di suolo, sostenibilità e agroecologia, dando voce alle esperienze di viticoltori francesi, spagnoli e argentini, turchi e azeri. Tanti anche gli appuntamenti in Casa Slow Food(padiglione 15a), dove si esplorano il ruolo della donna nel mondo del vino, le testimonianze delle aziende biodinamiche italiane e il racconto eno-gastronomico del patrimonio culturale italiano.
3. CONOSCERE PRODUTTRICI E PRODUTTORI DELLA SLOW WINE COALITION (E NON SOLO)
Tra i padiglioni di BolognaFiere si può passare allo scambio diretto con glioltre 850 espositori provenienti da tutte le regioni italiane e da più di 20 Paesi, tra cui, oltre ai più vocati, citiamo le news entry Australia, Messico, Giappone, Sudafrica e Svezia. Un’opportunità per incontrare vignaioli e vignerons che aderiscono al Manifesto del vino buono, pulito e giusto e fanno parte della Slow Wine Coalition, la rete internazionale promotrice di un sistema produttivo sostenibile, della difesa del paesaggio e di una crescita sociale, culturale ed economica delle campagne. Qui trovate alcune delle storie.
4. PROVARE IL BANCO D’ASSAGGIO CON OLTRE 4.500 ETICHETTE
È giunto finalmente il momento della degustazione! La Wine List, in continuo aggiornamento, consente già ora agli appassionati di ricercare le etichette per tipologia, certificazione, annata e vitigno. Inoltre, anche quest’anno professionisti e buyer possono potranno iscriversi alla piattaforma B2Match, profilando nella maniera più dettagliata possibile le aziende e i prodotti che corrispondono ai loro interessi e individuando facilmente anche i dettagli relativi all’affinamento e alla commercializzazione dei vini stessi. E per coloro che desiderano essere guidati, combinando assaggio e apprendimento, niente di meglio del programma delle Masterclass, in continuo aggiornamento, dedicate alle esperienze di viticoltura biodinamica in diverse regioni vocate del mondo, vitigni autoctoni e ricchezza ampelografica italiana.Scoprile qui.
5. ASSAGGIARE LE SPECIALITÀ PROPOSTE DAI FOOD TRUCK
Per una pausa gustosa tra una degustazione e l’altra, nel padiglione 18, contiguo agli spazi espositivi, Slow Wine Fair propone una selezione di cucine di strada in cui assaporare specialità locali e regionali. Non possono mancare i padroni di casa, come I due gatti, nati nella Food Valley emiliana, e i food truck del territorio specializzati nella pasta fresca: La Collina delle meraviglie by Stappo e la Bottega Contemporanea Bstradi. Ma anche Bullo, progetto che valorizza i prodotti selezionati direttamente da aziende agricole, salumifici e caseifici del territorio e Basulon, realtà innovativa che esalta i sapori e le eccellenze del Lodigiano. Sempre presenti poi le olive Migliori e Quelli della bombetta, ormai punti di riferimento degli eventi targati Slow Food, insieme a Pantura, cucina itinerante con base a Milano. Molti food truck propongono inoltre un’offerta vegetariana, vegana, e piatti senza glutine. Scopri qui la selezione.
6. OLTRE IL VINO: SPAZIARE NELL’UNIVERSO DELL’AMARO
Si conferma per il secondo anno la presenza di un’area dedicata in cui produttori d’eccellenza possono esporre e raccontare i loro amari. Come i produttori di vino, anche questi vengono selezionati secondo precisi criteri, quali l’utilizzo di ingredienti locali e provenienti da coltivazioni sostenibili che prevedano, tra gli altri, un corretto uso del suolo grazie alla collaborazione di Amaroteca e Associazione Nazionale Amaro d’Italia. Come spiega Massimo Montanari nel suo libro Amaro, che sarà presentato lunedì 26 febbraio in Casa Slow Food, il gusto dell’amaro ha infatti un ruolo privilegiato per gli italiani. Nessun’altra cucina europea ha una predilezione così marcata per questo sapore. Un tratto distintivo che ha origini lontane e affonda le radici nell’incontro fra cultura contadina e cultura alta. Oltre alle masterclass, che vedono protagonista l’Amaro Formidabile, la realtà abruzzese Scuppoz e lo storico Gruppo Caffo, tra le novità di questa terza edizione c’è lo Slow Bar, con incontri e degustazioni dedicate agli spirits di quelle aziende che fanno della produzione di qualità un marchio di garanzia. Al centro degli incontri l’utilizzo dei liquori amari all’interno dei drink da aperitivo, che verrà declinato nei cocktail preparati dai bartender della scuola Drink Factory.
7. RISCOPRIRE BOLOGNA (E DINTORNI) CON GLI EVENTI OFF
In occasione di Slow Wine Fair, le osterie della guida Slow Food e i cuochi dell’Alleanza di Bologna e dintorni partecipano all’iniziativa Piatti di vino, celebrando il suo utilizzo in cucina tra ricette della tradizione e proposte originali. Dal cappello del prete brasato al Sangiovese della Trattoria di Via Serra, passando per gli strozzapreti al vino 629 del Ristorante Bassotto, fino alla rapa rossa con salsa di Trebbiano al pepe verde della Locanda Pincelli, sono già molteplici i locali aderenti. Il programma di iniziative diffuse è tutto da scoprire: passeggiate in vigna, tour guidati del centro storico di Bologna, corsi di cucina sui segreti della pasta fresca e visite con degustazione presso l’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna. Scopri qui tutti gli eventi Off già prenotabili.
ORGANIZZATA DA BOLOGNAFIERE E SANA DA UN’IDEA DI SLOW FOOD, SLOW WINE FAIR È LA MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE DEDICATA AL VINO BUONO, PULITO E GIUSTO. DAL 25 AL 27 FEBBRAIO 2024, CONVEGNI, MASTERCLASS, E L’ESPOSIZIONE DI CIRCA 1000 CANTINE ITALIANE E INTERNAZIONALI E OLTRE 5.000 ETICHETTE. LA BIGLIETTERIA È DISPONIBILE ONLINE. ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER PER ESSERE AGGIORNATO SU TUTTE LE NOVITÀ. #SLOWWINEFAIR2024
Ormai mancano pochi giorni all’apertura della nona edizione di Wine&Siena che si svolgerà a Siena al Santa Maria della Scala dal 26 al 29 Gennaio. Saranno oltre 500 le etichette selezionate da The Wine Hunter che si potranno degustare e arrivano dal Piemonte, dall’Alto Adige, dalla Lombardia, dal Friuli, dal Veneto, dall’Umbria, dall’Abruzzo, dalla Campania, dalla Basilicata, dalla Sardegna, dalla Sicilia, e chiaramente dalla Toscana.Non solo vini ma si potranno assaggiare eccellenze della gastronomia, circa 60 prodotti tra cioccolati, formaggi, olio, carni e salumi, birra, pasta, riso, cereali, grappe e liquori.
Tra le etichette di vino
Alta Langa piemontese, Monferrato Bianco, Barbera, Nebbiolo, Barolo, il Grignolino. E poi i Franciacorta, gli ’Oltrepo Pavese, i prosecchi Docg della Valdobbiadene. Nelle prestigiose sale del Santa Maria della Scala ci saranno i profumatissimi vini di montagna dell’Alto Adige, Kerner, Gewustraminer, Sauvignon, Risling, Sylvaner, Pino Grigio. poi la Schiava, il Lagrein, il Pinot Nero. Ed ancora, ci saranno i vini del Collio friulano, Ribolla Gialla, Friulano Doc, Schioppettino, Pinot Nero, il Merlot Collio. Ci saranno gli Igt e pure Doc e Docg dell’Umbria, Cannonau e Vermentino dalla Sardegna, i grandi vini della Campania, Greco e Fiano insieme ai Furore Bianco e Rosso nonchè i Costa d’Amalfi e Ravello Bianco e Rosso. Immancabili dalla Toscana Chianti e Chianti Classico, Nobile e Brunello, Montecucco, Bolgheri, Carmignano, Valdarno Superiore.
La nona edizione di Wine&Siena si terrà di nuovo nelle prestigiose sale del Santa Maria della Scala. L’evento, voluto dal Patron di Merano WineFestivalHelmuth Köcher e dal presidente di Confcommercio SienaStefano Bernardini, immerge produttori e visitatori a Siena dove il patrimonio culturale sposa le migliori produzioni enologiche e gastronomiche premiate da The WineHunter Award. Preziose le collaborazioni con Camera di Commercio di Arezzo Siena, il Comune di Siena, Regione Toscana, Università degli Studi di Siena, Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Un percorso tra location uniche come il Palazzo Comunale, il Grand Hotel Continental Siena – Starhotels Collezione e Palazzo Squarcialupi al Santa Maria della Scala, che torna ad essere per il quarto anno la location principale delle degustazioni enogastronomiche.
Si inizia venerdì 26 gennaio 2024, taglio del nastro alle 18 a Palazzo Sansedoni, sede della Fondazione Monte dei Paschi per l’inaugurazione. E poi alle 20 torna la Small Plates Dinneral Santa Maria Della Scala– Palazzo Squarcialupi. Con i percorsi sensoriali si parte alle 11 di sabato 27 gennaio al Santa Maria della Scala dove si andrà avanti fino alle 18 con la degustazione di prodotti enogastronomici degli espositori Wine, Food & Spirits, Extrawine, i Consorzi. Sabato 27 gennaio, porte aperte a Palazzo Sansedoni, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, per due visite guidate su prenotazione (per un massimo di 30 persone a visita), una alle 12 e una alle 17, per prenotare scrivere a info@verniceprogetti.it entro le 12 di venerdì 26 gennaio. Anche domenica 28 gennaio, stand aperti dalle 11 fino alle 18. Infine, con Wine&Siena 2024 torna la giornata di lunedì 29 gennaio dedicata agli operatori del settore e alla stampa, occasione unica per degustare e scoprire nuovi prodotti e conoscere le aziende produttrici.
Trentaduesima edizione di Benvenuto Brunello in presentazione l’annata 2019 del Brunello di Montalcino e la Riserva 2018.Le cantine aderenti sono state 118, con oltre 300 referenze in degustazione fra: Brunello di Montalcino Docg 2019 “annata”, selezione e vigna; Brunello di Montalcino Docg Riserva 2018; Rosso di Montalcino Doc 2022 e 2021; Sant’Antimo; Moscadello di Montalcino Doc.
Erano molte le aspettative per la presentazione dell’annata 2019 del Brunello di Montalcino dopo i due millesimi 2017 e 2018?che per ragioni diverse?sono stati molto complicati con aspetti non sempre positivi?che poi sono stati evidenziati nei vini. Certamente la 2019 è una delle migliori annate possibili da quando i mutamenti climatici sono diventati sempre più difficili da gestire, l’assenza di questi fenomeni e un andamento climatico più o meno regolare la collocano certamente in alto. Nel calice le impressioni sono buone, i vini hanno corpo e profondità, ottima freschezza e tannini rigidi ma nobili che li rendono ben equilibrati e in grado di essere apprezzati da subito. Purtroppo?tre ore per assaggiare i vini sono poche e inoltre il giorno in cui ho partecipato non mi è stato possibile assaggiare i vini di alcune aziende anche importanti perché erano terminati i campioni in degustazione
Questi i miei migliori assaggi della vendemmia 2019:
Ci siamo. Manca davvero poco all’apertura del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI, edizione n. 12, che nella nuova sede di BolognaFiere dal 25 al 27 novembre 2023 è pronto ad accogliere il pubblico e oltre 1.000 espositori per la festa del vino artigianale, di qualità e del territorio.
Questi i numeri alla partenza: 985 vignaioli italiani, 2 associazioni che fanno parte di CEVI – Confédération Européenne des Vignerons Indépendants, 29 olivicoltoriFIOI, la Federazione Italiana Olivicoltori Indipendenti, che con FIVI ha siglato un’alleanza fondamentale tra produttori agricoli. Oltre 8.000 vini in assaggio, acquistabili grazie agli immancabili e ormai iconici carrelli. Più di 30.000 metriquadrati di superficie fieristica, distribuita su 4 padiglioni: 29 e 30 per vignaioli e olivicoltori, 28 e 36 per il food e i servizi correlati al Mercato. Un parcheggio da oltre 5mila posti, con la possibilità di riconsegnare lì il carrello, senza tornare in fiera. Ma il numero più importante è il più piccolo: uno. Una infatti, e una sola, è l’identità della manifestazione: l’unica in Italia organizzata dai Vignaioli per i Vignaioli e per chi ama i loro vini. “Mi piace continuare a ricordare che FIVI è un’associazione di rappresentanza, che tutela e difende i Vignaioli italiani, non un organizzatore di eventi commerciali. Questo è il valore che sta alle spalle del Mercato dei Vini, perché il pubblico che verrà a Bologna sa chi si troverà di fronte: Vignaiole e Vignaioli, coltivatori di vigna e produttori di vino, gli artigiani del vino italiano che si raccontano in prima persona”, sottolinea Lorenzo Cesconi, Vignaiolo e Presidente FIVI.
A poco più di dieci giorni dall’apertura, come di consueto viene dato l’annuncio del vincitore del Premio “Leonildo Pieropan”, dedicato alla memoria di uno dei fondatori di FIVI e giunto alla 9aedizione. Quest’anno sarà assegnato a Emidio Pepe dell’omonima cantina di Torano Nuovo in Abruzzo: la consegna avverrà lunedì 27 novembre 2023 in occasione dell’Assemblea degli Associati.
Questa la motivazione con la quale FIVI ha voluto premiare lo storico socio abruzzese: “Emidio Pepe è l’Abruzzo. C’è chi lo definisce ‘Mr. Montepulciano’ e mai soprannome fu così appropriato. Nel 1964 fonda la sua azienda e comincia la produzione dei suoi vini, quando in Abruzzo non esistevano ancora le denominazioni: lui e altri vignaioli si misero d’impegno e diedero il loro contributo per plasmare la viticoltura abruzzese, nella consapevolezza che i risultati migliori si ottengono unendo le forze, e che il successo di ogni vignaiolo è legato indissolubilmente al successo del proprio territorio. Quando nel mondo non c’era spazio che per vitigni e vini di grande blasone, Emidio Pepe ha preso la sua valigia e i suoi vini, mettendosi in gioco in prima persona, senza l’aiuto di nessuno se non delle sue forze, diventando così un modello che da generazioni tanti vignaioli abruzzesi cercano di seguire, traendo ispirazione dal suo esempio. E se, nonostante le difficoltà, ancora oggi qualcuno decide di fare questo mestiere, pensando che il vino sia il frutto della vite e di una vita dedicata al lavoro, ci risulta ancora più facile capire che l’esempio di vignaioli come Emidio Pepe continua a dare i suoi frutti”.
Alle tante novità di Bologna si aggiunge quella del nuovo Premio “Vignaiolo come noi”, attribuito a un uomo o a una donna del mondo della cultura, del giornalismo, dell’economia o dello spettacolo che interpreta il proprio lavoro mettendo al centro i valori di qualità, originalità, professionalità e l’amore per le cose fatte bene, eseguite con passione e cura artigiana.
Quest’anno è stato assegnato a un notissimo personaggio del mondo dello spettacolo, il cantante e musicista Stefano Belisari, conosciuto da tutti come Elio, che sarà presente a Bologna al taglio del nastro del Mercato.
Questa la motivazione: “C’è la campagna nel passato familiare di quasi tutti gli italiani. Ma non tutti gli italiani lo riconoscono e lo sanno apprezzare. Stefano Belisari, per tutti Elio, ha riannodato i fili delle sue radici contadine e, pur rimanendo a vivere in città, ha trovato nella campagna marchigiana un luogo dove esprimere un altro lato del suo caleidoscopico talento. E dopo averlo dimostrato per tutta la sua carriera in studio di registrazione, sul palco dei palazzetti o dei teatri, alla radio, in televisione, anche questo suo piccolo ritorno alla terra lo conferma: bisogna amare profondamente il proprio mestiere, e dedicarsi ad esso con passione e cura, per fare cose belle e farle amare”.
LE MASTER CLASS DEL MERCATO DEI VINI
Quattro le masterclass che arricchiranno il programma della manifestazione: al centro, quattro importanti vitigni autoctoni italiani, raccontati dalla viva voce dei Vignaioli dei rispettivi territori. Dal Fiano di Avellino – con una verticale di “Vigna della Congregazione”, lo storico vino di Villa Diamante – al Lambrusco, di cui parlerà il vignaiolo Camillo Favaro; dal Pigato “U Baccan” di Bruna all’Aglianico del Vulture con il “Damaschito” di Grifalco.
Il “FUORI MERCATO”
Ulteriore novità di questa edizione bolognese è un ricco programma di attività in centro a Bologna, per coinvolgere attivamente la città nel clima di festa del Mercato. Il programma “Fuori Mercato” è organizzato insieme ad AMO (Associazione Mescitori Organizzati), con il supporto di Confcommercio Ascom Bologna. Giovedì 23 novembre si svolgerà la Wine FIVI Night, la degustazione itinerantedei Vignaioli Indipendenti. Chi visiterà almeno 5 locali AMO aderenti all’iniziativa riceverà un codice per un ingresso ridotto al Mercato. Sabato 25 novembre arriva in città La notte bianca dei Vignaioli: in ciascuno dei locali aderenti sarà ospitato un Vignaiolo FIVI, dando così vita a tanti momenti speciali all’insegna dei vini artigianali e del territorio.
Per maggiori informazioni, prenotazione delle masterclass o prenotazioni per le iniziative in programma in centro a Bologna consultare il sito www.mercatodeivini.it