L’azienda agricola Petrucco è situata nella zona D.O.C. dei Colli Orientali del Friuli, in località Buttrio in Monte.La proprietà si estende su un’area di 35 ettari, di cui 20 coltivati a vite, con una produzione di circa 100.000 bottiglie l’anno. Sono complessivamente 16 le etichette in produzione, di cui 8 bianchi (Sauvignon, Friulano, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Pinot Grigio Ramato, Ribolla Gialla, Chardonnay, Malvasia), 3 rossi (Merlot, Cabernet Franc, Refosco dal Peduncolo Rosso) ed il Brut. A concludere i riserva, una linea di vini chiamata Ronco di Paolo, in omaggio al fondatore dell’Azienda, Paolo Petrucco, che comprende un Pignolo, un Merlot, un Refosco dal Peduncolo Rosso ed il Bianco Cabas: quest’ultimo nasce da un particolare assemblaggio di vini pensato dall’enologo Flavio Cabas nel 2015 e ne riporta il nome su volere della stessa famiglia Petrucco.
IL VINO
Il vino è ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve Sauvignon raccolte manualmente e lavorate con cura, in modo da rispettarne l’integrità fino alla pressatura e alla fermentazione che avviene a temperatura controllata. Il vino così ottenuto riposa sui lieviti in vasche d’acciaio per almeno 6 mesi prima dell’imbottigliamento.
Nel calice si presenta con un bel giallo paglierino lucente dai riflessi verdolini. Olfatto ampio e complesso di estrema pulizia in cui emergono sentori di erbe aromatiche come salvia e rosmarino, note vegetali di foglia di pomodoro, floreale di fiori di sambuco e acacia, accompagnati da note fruttate di pesca bianca e agrumi.Al gusto, la morbida avvolgenza dell’ingresso è sostenuta da una gradevole componente fresco-sapida che non abbandona il sorso fino alla chiusura su trame di erbe aromatiche.
Il Consorzio Vino Toscana ha ottenuto il riconoscimento ufficiale dal Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste della Repubblica Italiana con Decreto n. 423141 del 21 Agosto 2023. Un traguardo importante per il medesimo Consorzio, che porta in questo modo a compimento il progetto di rinnovamento sviluppato a partire dal 2019, con l’inizio della presidenza di Cesare Cecchi.
Come è noto, per essere riconosciuto dal MASAF, un Consorzio deve rappresentare almeno il 35% dei produttori e il 51% della produzione della Denominazione o Indicazione Geografica da tutelare; il Consorzio Vino Toscana supera ampiamente questi parametri, dal momento che rappresenta oltre il 39,5% dei produttori e oltre il 58% della produzione.
“Sono molto soddisfatto del raggiungimento di questo obiettivo – ha dichiarato il presidente del Consorzio Vino Toscana Cesare Cecchi – che arrivaa coronamento di un intenso periodo di lavoro durato quattro anni; un lavoro complicato perché partivamo quasi da zero e perché abbiamo lavorato due dei quattro anni in pandemia. Ritengo che questo traguardo, raggiunto anche grazie all’impegno profuso dalla Regione Toscana che ringraziamo, sia un punto di partenza, per poter finalmente sviluppare i programmi di gestione, tutela, vigilanza e valorizzazione che i vini Toscana IGT meritano; un Consorzio che rappresenti tanti produttori di tutta la Regione e che sia inclusivo e rappresentativo delle aziende che credono nel brand “Toscana”.
Infatti proprio per l’importanza che il Consorzio Vino Toscana riveste rappresentando ben 1594 soci produttori tra i più rappresentativi della Toscana vitivinicola ed una produzione totale certificata di circa 95,5 milioni di bottiglie di vini Toscana IGT con una quota di export di ben il 69%, la Regione Toscana ha assunto un ruolo determinante nel processo di riconoscimento, e il raggiungimento di tale obiettivo è da ascriversi in particolare alla vicepresidente e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi, la quale ha a tal proposito dichiarato: “Fino dal momento della mia nomina ho seguito assieme ai miei collaboratori, il lavoro che il Consorzio Vino Toscana stava facendo, ho affiancato e supportato il loro impegno e ritengo molto importante il raggiungimento di questo risultato che riguarda ben 4000 produttori di vino che rivendicano Toscana IGT contribuendo non solo alla valorizzazione della nostra agricoltura, a preservare il valore delle nostre campagne ed essere presidio per il territorio ma anche alla valorizzazione del brand “Toscana” a 360 gradi. Per la Regione – conclude la vicepresidente e assessora all’agricoltura Stefania Saccardi – è molto importante avere un punto di riferimento con cui condividere obiettivi e strategie per lo sviluppo di un comparto così importante quale quello vitivinicolo.”
Il Consorzio Vino Toscana, intende ringraziare tutti quanti hanno creduto nel progetto e si sono spesi per la sua realizzazione, oltre alla Vicepresidente della Regione Toscana e Assessora regionale all’Agricoltura Stefania Saccardi, al MASAF che ha appoggiato il progetto, nonché i produttori soci rappresentati dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio, i cui componenti si sono molto impegnati in questi anni. Un ringraziamento che si estende a tutti i Consorzi delle Denominazioni di Origine toscane che hanno favorito la nascita e lo sviluppo del Consorzio Vino Toscana. “Ora abbiamo lo strumento con cui lavorare – conclude il presidente Cesare Cecchi – da qui in avanti sta a tutti noi contribuire alla valorizzazione dei nostri vini Toscana IGT”.
Con l’ottenimento del riconoscimento, il Consorzio Vino Toscana, quale unico organismo riconosciuto e di riferimento per tutta la produzione dell’indicazione geografica Toscana IGT potrà adesso implementare di molto la propria azione a cominciare dalla Tutela: grazie a questo sarà infatti possibile confrontarsi direttamente con le autorità dei Paesi di tutto il mondo, per un’efficace azione contro le imitazioni e le contraffazioni. Il Consorzio Vino Toscana potrà inoltre attuare le politiche di gestione della Indicazione Geografica Tipica Toscana insieme alle autorità regionali e nazionali italiane e sarà più facile anche sviluppare le attività di vigilanza sulla produzione e la commercializzazione dei prodotti. Non meno importante sarà infine la realizzazione di iniziative di valorizzazione, per far conoscere sempre di più e meglio i vini Toscana IGT in Italia e nel mondo. Un ruolo nuovo dunque per il Consorzio, che va ad arricchire – con quelli conferitigli dal riconoscimento – i suoi già importanti compiti, in materia di gestione, tutela e valorizzazione del vino Toscana IGT.
I numeri del Vino Toscana IGT – Il valore della produzione del Vino Toscana IGT ammonta a oltre 495 milioni di euro, con una ripartizione del 31% sul mercato italiano e ben il 69% indirizzato all’export. Sensibile è stata infatti la crescita delle esportazioni negli ultimi dieci anni, che hanno fatto segnare un +126%. I principali mercati esteri per la Denominazione Toscana IGT sono l’Europa con il 46%, gli Stati Uniti con il 33% e l’Asia con il 6%, mentre il restante 15% è distribuito su tutte le altre aree geografiche.
Principali dati medi del Vino Toscana IGT – La superficie media annua di vigneto coltivato Toscana IGT è di 13.500 ettari e la rivendicazione media annua degli ultimi cinque anni è stata di circa 640.000 ettolitri. La quota percentuale del vino Toscana IGT sulla totale produzione di vino in Toscana è del 27% e il numero dei produttori è di 4000 di cui1400 imbottigliatori. Sono oltre 95,5 milioni le bottiglie mediamente commercializzate all’anno di Toscana IGT, ripartite per tipologia come segue: vini Rossi 77%, vini Bianchi 18%, vini Rosati 5%.
Consiglio di amministrazione del Consorzio Vino Toscana per il triennio 2022-2024 – Cesare Cecchi (presidente), Lamberto Frescobaldi (presidente Frescobaldi) vicepresidente, Rosanna Matteoli (vicepresidente Cantina Cooperativa Montalbano Vino e Olio) vicepresidente, Davide Ancillotti (presidente Cantina Cooperativa ViViTo e Le Chiantigiane), Letizia Cesani (azienda Cesani), Renzo Cotarella (amministratore delegato Antinori), Mario Piccini (presidente Tenute Piccini), Sandro Sartor (amministratore delegato Ruffino), Donata Vieri (direttore Cantina Cooperativa I Vini di Maremma), Enrico Viglierchio (presidente Banfi), Alessandro Zanette (direttore Melini Gruppo Italiano Vini) direttore: Stefano Campatelli
Promuovere la cultura del Chianti in Sud America: è la missione che si propone il Chianti Lovers Latam Tour 2023, pronto a toccare Venezuela e Messico.
Un viaggio, quello del Consorzio Vino Chianti, che ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo della denominazione Chianti in territori che sanno esprimere un retroterra peculiare e dinamico dal punto di vista dell’offerta gastronomica e che, tramite un percorso formativo portato avanti dal Consorzio, possono oggi ambire a creare abbinamenti sempre più seducenti. Per questo motivo il Consorzio ha scelto di rinnovare il suo impegno nel contesto latino americano, così da tornare a parlare con professionisti del settore e diplomandi, sempre con lo scopo di trasmettere una cultura del Chianti.
La prima tappa è fissata in Venezuela, all’Academia de Sommeliers di Caracas, dove il 13 e 14 luglio sono in programma l’ultima lezione e gli esami finali del master Chianti Academy Latam. Il vino, in questo caso, verrà abbinato a prodotti tipici come i formaggi, il cioccolato ed i celebri sigari Habanos.
Il secondo appuntamento è invece per il 20 e 21 luglio in Messico, a Los Cabos, mentre il 24 e 25 luglio il tour si sposterà a Cancun, per l’ultima sessione di Academy. Anche in questo caso si tratterà di due giorni scanditi da vini, esami e mix virtuosi con i prodotti tipici della gastronomia locale.
“Dal 2019 ad oggi – commenta Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – ormai 800 studenti si sono diplomati alla Chianti Academy Latam. Sono suddivisi tra Venezuela, Messico, Perù, Colombia, Cuba e Panama. Si tratta di un momento di incrocio tra eccellenze che provengono da territori molto distanti, ma che messe a dialogo producono accostamenti mai banali, sovente intensi, sicuramente potenti. Un meccanismo – conclude – che una volta avviato progredisce alimentandosi gradualmente con le esperienze e i racconti delle persone che formiamo. Così la cultura del Chianti, la nostra denominazione, si propaga in un territorio enorme e affascinante grazie ad una schiera di entusiasti ambasciatori”.
Come anticipato nella recente “Chianti Classico Collection”, dal 1 luglio è diventato legge il decreto che introduce le modifiche al disciplinare di produzione del Chianti Classico e riguardano principalmente la tipologia ” Gran Selezione” che rappresenta il vertice qualitativo della denominazione.
Due le modifiche; la prima riguarda la possibilità di riportare in etichetta il nome di una delle 11 Unità Geografiche Aggiuntive (San Casciano, Montefioralle, Panzano, San Donato in Poggio, Castellina, Vagliagli, Greve, Lamole, Radda, Gaiole e Castelnuovo Berardenga, ), la seconda è una modifica ampelografica della tipologia, con la percentuale minima di sangiovese che, a partire dalla vendemmia 2027, salirà al 90% (attualmente 80%) e potrà essere completata da un massimo del 10% di altri vitigni autoctoni ammessi.
Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, l’evento di FIVI giunto alla 12ª edizione e ora organizzato da BolognaFiere, ha già raccolto l’adesione a partecipare di oltre 1.000 Vignaioli e Vignaiole da ogni regione italiana.
L’appuntamento per appassionati e operatori del settore è dal 25 al 27 novembre 2023 a BolognaFiere, per ricreare all’interno di un nuovo spazio lo spirito che da sempre contraddistingue questa manifestazione.
I Vignaioli e le Vignaiole riconoscono nel Mercato dei Vini la propria manifestazione ideale. Non è una questione commerciale, ma identitaria. Il Mercato dei Vini è,da un lato, il loro luogo di incontro e un importante momento associativo, costruito secondo i loro desideri e aspettative, e dall’altro la sede in cui incontrare il pubblico. Piace immaginarlo, di fatto, come un’estensione delle loro cantine: uno spazio a immagine e somiglianza di Vignaioli e Vignaiole, dove accogliere chi vuole conoscere il loro lavoro e i loro vini.
“Saremo più di 1.000, a Bologna – dichiara Lorenzo Cesconi, Presidente FIVI –,per un evento che si preannuncia come il principale appuntamento dei produttori di vino italiano, nell’accezione che è giusto dare a questo termine. Per noi ‘italiano’ non è un mero dato geografico, men che meno un orpello formale, ma è un aggettivo che può essere associato solo a un vino che rappresenta l’identità e la vocazione di un territorio, prodotto nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente, intrinsecamente connesso in un complesso sistema di relazioni culturali, economiche e sociali. Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, in questo senso, è l’evento più rilevante del vino italiano”.
L’annuncio del traguardo superato è, insieme, l’occasione per presentare il manifesto dell’edizione 2023, che vede la conferma della collaborazione con Corraini Edizioni e con il maestro Guido Scarabottolo, illustratore e graficodalla personalità e dal tratto che ben rispondono alla natura della FIVI. A sua firma la locandina illustrata, un omaggio all’infinita varietà dei Vignaioli attraverso la citazione delle bottiglie di Giorgio Morandi, il noto pittore bolognese del Novecento.
“Sono sempre stato affascinato dalle variazioni. Tutte le variazioni – racconta Scarabottolo –. Da quelle infinite su un tema musicale da parte dello stesso musicista o di musicisti diversi, a quelle infinite sul tema del latte cagliato (formaggio) o sul tema dell’uva fermentata… Per chi disegna, poi, le variazioni sono quasi un obbligo, oltre che un divertimento. Così l’immagine FIVI di quest’anno è nata quasi in modo automatico. La varietà di persone che animano l’associazione; le infinite sfumature del prodotto degli associati; le innumerevoli forme possibili delle bottiglie; il trasferimento della fiera a Bologna, città che vede la presenza ancora attualissima di un pittore (Morandi) che per tutta la vita ha dipinto le stesse bottiglie in (quasi) infinite variazioni… Viva le differenze!”.
Per ospitare i 1.000 Vignaioli ad oggi già iscritti, BolognaFiere ha messo a disposizione 30.000 metri quadrati,distribuiti su 4 padiglioni: saranno il 29 e il 30, oltre al Mall, ad accogliere i Vignaioli, mentre 28 e 36 saranno dedicati al food e ai servizi correlati al Mercato.
“Con l’arrivo nei padiglioni di BolognaFiere del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti di FIVI, dopo le due edizioni di successo di Slow Wine Fair, Bologna si afferma come sede elettiva degli eventi del vino sostenibile e di straordinaria qualità –sottolineail Presidente di BolognaFiere, Gianpiero Calzolari. Siamo certi che questo nuovo evento espositivo ci darà grandi soddisfazioni e sarà apprezzato dalla città. BolognaFiere, con Slow Wine Fair, Marca, Sana e il Mercato dei Vini che entra a far parte del nostro calendario fieristico, rafforza il proprio posizionamento come polo espositivo leader nell’agroalimentare”.
Nei prossimi mesi saranno comunicati la lista completa dei Vignaioli presenti e il programma dettagliato dell’evento, che – pur con molte novità – manterrà un format del tutto simile a quello consolidato in questi anni: una mostra-mercato di tre giorni (sabato, domenica e lunedì) con Vignaioli e Vignaiole da tutta Italia, disposti in ordine casuale negli ampi spazi di BolognaFiere, e con un padiglione dedicato agli artigiani del cibo. Quattro le masterclass che arricchiranno il programma, per focalizzare l’attenzione su alcuni territori ed eccellenze del mondo dei Vignaioli Indipendenti italiani.
Il Consorzio Vino Chianti non si ferma e torna negli Stati Uniti con un programma di tre eventi in altrettante città: il 15 maggio sarà a Miami, il 17 a Houston ed infine il 18 a Los Angeles. Tre tappe fondamentali del Chianti Lovers U.S. Tour 2023, un viaggio all’interno del mercato americano, che è oggi il maggior estimatore del vino toscano nel mondo.
Saranno due i grandi focus sul vino Chianti per questa edizione: a Miami e Houston si presenteranno i vini Chianti Riserva 2019 in degustazione orizzontale, mentre a Los Angeles i riflettori si accenderanno su un format inedito di Masterclass Chianti Vs formaggi italiani d’origine.
Il programma prevederà tre workshop giornalieri intensivi, costruiti attorno a seminari istituzionali sulla Denominazione e conditi con sessioni di incontri tra aziende toscane partecipanti e operatori locali.
“Continuiamo a rafforzare i legami internazionali, portando il brand del vino Chianti nel mondo – afferma Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – vogliamo avvicinare le nostre eccellenze locali ai numerosi appassionati e intenditori presenti anche oltreoceano dove la cultura e la sensibilità per il vino negli anni sono cresciute ed è quindi importante essere sempre più presenti. Portiamo una qualità alta e diffusa per un pubblico di professionisti che è tra i più esigenti e conoscitori del mondo”.
Per quanto riguarda i Chianti Riserva, saranno presentate e degustate batterie di sette vini (uno per ciascuna delle zone di produzioni della Denominazione), offrendo così lo spaccato più espressivo del potenziale di affinamento del vitigno Sangiovese, che nel 2019 ha beneficiato di un’ottima annata. Mentre il ventaglio dei sette vini proposti a Los Angeles intrigherà il pubblico attraverso tutte le sue declinazioni (vini diAnnata, Governo, Superiore e Riserva) e con un abbinamento ai formaggi italiani di origine: si parte dal Pecorino Toscano e dalla Robiola di Roccaverano D.O.P., prosegue con un verace Fiore Sardo e con un Gorgonzola Piccante D.O.P., ancora passando ad un Castelmagno D.O.P. ed un magistrale Beppino Occelli al Barolo, per finire con un sontuoso Parmigiano Reggiano 48 mesi. Un incontro tra i rossi del Chianti e i formaggi tipici italiani, perché hanno tanto in comune: eterogeneità, freschezza e quell’invidiabile capacità di abitare la tavola con gusto.
I relatori delle degustazioni guidate saranno: Lyn Farmer WSET Educator per Miami, Jeremy Parzen Ph. D. ed autore specializzato sul vino, Diego Meraviglia Presidente dell’Associazione Sommelier Nordamericana, coordinati da Luca Alves, Wine Ambassador del Consorzio.