Il vino della pace

Il Vino della Pace è prodotto dalla Cantina Produttori di Cormons ed è ottenuto con le uve della “Vigna del Mondo”, dove sono stati messi a dimora circa 540 varietà di uve provenienti da tutti i continenti, ogni anno dal 1985 ad oggi viene inviato ai Capi di Stato di tutto il Mondo come segno e invito alla pace e alla solidarietà.Un vino unico perchè nasce dalla vinificazione in bianco di tante varietà di uve sia rosse che bianche, vinificazione e affinamento avvengono in acciaio inox, questo gli permette di conservare ed esaltare i profumi provenienti dalle tante uve impiegate. Un’altra particolarità di questo vino è che può migliorare nel tempo come è stato dimostrato nella degustazione che abbiamo fatto in azienda. I vini scelti per l’assaggio sono della vendemmia 2004, 1996, 1989 conservati in cantina alla temperatura costante di 18°C, sono state scelte queste tre annate perchè  l’andamento climatico stagionale è stato molto simile. Partiamo però dalla vendemmia 2008 che è l’ultima ad essere uscita in commercio: 

                                                                                                                                         2008 – Colore giallo paglierino carico con riflessi verdolini.Profumo intenso e complesso, aromatico,floreale, fruttato e vegetale, si riconoscono odori di fiori bianchi, di muschio, gelsomino, agrumi, pompelmo, pera, pesca, banana.Al gusto è morbido, fresco e di buona alcolicità. Ottima la struttura e l’equilibrio, finale piacevolmente fresco e soprattutto con una persistenza aromatica molto lunga. Vino già piacevole da bere ma ancora giovane.

2004 – Giallo dorato con riflessi verdognoli.Odore complesso in cui prevalgono sentori di frutta matura (pesca, mela,pera, fico, agrumi) frutta secca (noce, mandorla), floreali (acacia, glicine), minerali (pietra focaia), leggera speziatura (zafferano, vaniglia).In bocca è molto rotondo ben bilanciato dalla freschezza degli acidi e con buona persistenza, finale piacevole.

1996 – Alla vista mostra un bel colore giallo dorato carico e brillante. Naso espressivo che si apre su sensazioni minerali di pietra focaia poi si concretizza su note di frutta molto mtura (albicocca,pesca,mela), frutta secca, frutta tropicale,vegetale, speziata e floreale (paglia,erbe aromatiche, lavanda, pino). Nel finale ritornano in evidenza i sentori aromatici del vino giovane.Al gusto è rotondo e fonde in modo perfetto la salinità, la freschezza e l’eleganza. Il vino presenta una buona progressione gustativa e culmina col ritorno delle note minerali e fruttate.Un vino piacevolissimo che può ancora invecchiare per anni.  

1989 – Giallo dorato carico e luminoso. Estremamente pulito con profumo complesso e molto particolare in cui dominano le sensazioni fruttate, pesca sciroppata, confettura di albicocche, mango, frutta tropicale,nocciola, miele, vaniglia, ribes, zafferano, litchi, agrumi canditi, fiori d’arancio.In bocca conserva ancora un’ottima sapidità e freschezza, questo gli permette di essere ancora valido. Avvolgente e rotondo presenta un equilibrio perfetto, finale persistente.Il vino è ancora valido e colpisce per l’estrema pulizia olfattiva, non dimostra certamente di avere vennt’anni.  

Il segreto dello Champagne

Uno studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze "Pnas" condotta da Gerard Liger-Belair dimostra che il segreto del successo dello Champagne è racchiuso nelle sue bollicine che scoppiando alla superficie del calice, liberano dei composti aromatici che affascinano il consumatore. Secondo questa ricerca le bollicine dello Champagne sono cariche di composti aromatici o di precursori aromatici che sprigionano aromi irresistibili. Queste molecole hanno la particolarità chimica di essere per metà attratte dall’acqua e per metà idrofobe, per questo motivo dopo che si mesce lo Champagne, rimangono intrappolate nelle bollicine in risalita nel calice. Raggiunta la superficie le bollicine scoppiano liberando questi inconfondibili aromi che seducono il consumatore. 

 

 

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Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino 2004

 Vigna Schiena d’Asino è il crù dell’azienda Mastrojanni che si trova nella zona di Castelnuovo dell’Abate.Microclima ideale, temperato dall’effetto del Monte Amiata, esposizione sud, sud-est e suoli a componente calcarea. Questo vino prodotto con uve Sangiovese grosso, viene vinificato in vasche di cemento e poi subisce un affinamento di circa tre anni e mezzo in botti di rovere di Allier di 15 ettolitri, per poi essere affinato in bottiglia per un periodo di 9-12 mesi. Il Vigna Schiena d’Asino 2004 si presenta nel bicchiere con un colore rosso granato, luminoso e consistente. Profilo olfattivo ricco e complesso con sensazioni di frutta rossa, speziate e floreali. Si riconoscono note odorose di ciliegia, mora, prugna, vaniglia, pepe, violetta. Lentamente in seconda battuta si percepisce anche liquirizia, cuoio, sensazioni di sottobosco, terra e sensazioni minerali. Al gusto l’ingresso è morbido, ma nella progressione e nel finale è possibile ritrovarci tutta la verve tipica del Sangiovese, vitigno non facile e duro che però in condizioni ideali dona vini di grande eleganza. Il tannino è nobile e maturo: il vino scorre con grande equilibrio su una accattivante sensazione di velluto, legata dall’inizio alla fine a una eccellente sapidità. Il lungo finale lascia la bocca fresca e asciutta con un ritorno aromatico di frutta,  sottobosco e liquirizia piacevolissimo. Questo vino è lo splendido risultato di un’annata molto interessante. Già pronto da bere ma promette un lungo e felice invecchiamento.   

 

 

 

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Il metodo Spark

Il nuovo metodo "Spark" o come è stato subito ribattezzato "Toscano" per ottenere lo spumante è stato presentato il 25 Giugno alla Fattoria di Poggio Capponi, che è stata la prima azienda ad averlo sperimentato.Questo metodo innovativo nasce dall'intuizione dell'enologo Fabrizio Cardini, specializzato nell'arte spumantistica che ha voluto coniugare il Metodo Classico, dove la rifermentazione avviene in bottiglia e il Metodo Charmat, dove la rifermentazione avviene in autoclave. L'oggetto principale del Metodo Spark è un piccolo contenitore in acciaio inox (contiene 40 litri ) chiamato "champagnotta" munita di una valvola che permette di eseguire tutte le operazioni tipiche del Metodo Classico, maturazione, sboccatura, aggiunta della "liqueur d'expedition. I pregi di questo metodo sono la riduzione dei costi dell'attrezzature necessarie per iniziare la produzione dello spumante, la maneggevolezza, la resistenza e la facilità di stoccaggio viste le piccole dimensioni del contenitore di acciaio inox.La champagnotta è stata realizzata dall'azienda Cavalzani Inox che è specializzata nella produzione di serbatoi per il vino.Il titolare dell'azienda il Dott. Osvaldo Cavalzani ha detto che  in futuro ci sarà la possibilità di noleggiare questi contenitori per tutte le aziende che vorranno iniziare a produrre spumante con il Metodo Toscano.Il primo spumante ottenuto con il Metodo Spark si chiama ROUSSEAU ed è ottenuto con il vitigno Vermentino coltivato dalla Fattoria di Poggio Capponi, si tratta di un " pas dosé" e alla degustazione si è presentato con un bel colore verdolino, perlage fine con buona persistenza. Odori freschi e fragranti che ricordano il floreale, il vegetale e il fruttato. In bocca gioca sul brioso contributo di  freschezza  sapidità, equilibrato, morbido e con una spuma cremosa.     

 

 

Di viole e liquirizia

2199091Di viole e liquirizia è il titolo  del libro scritto da  Nico Orengo e pubblicato da Einaudi.Si tratta di  un vero e proprio gioiellino, brillante e leggero.Il romanzo è ambientato nelle nuove langhe, tra affari, turismo enogastronomico, vecchie tradizioni e nuove culture del territorio. I protagonisti Giulio e Amalia sono fratelli, uniti da un morboso affetto e da un drammatico ricordo, la morte del padre stroncato da un fulmine tra le vigne. I due giovani hanno lasciato andare in malora la vecchia cascina paterna e hanno aperto un enoteca ad Alba. Un sommelier parigino, viene invitato a tenere un corso sui vini francesi.E' Daniel, separato e padre di una figlia difficile che involontariamente sarà la causa di lacerazioni affettuose e drammatiche che sconvolgeranno la vita dei due fratelli e di tutto l'ambiente dei vignaioli. E' un libro che si lascia leggere velocemente e che consiglio a tutti gli enoappassionati.   

Anteprima Chianti Classico 2009

scannedimage-2Alla stazione Leopolda di Firenze, si è svolta Mercoledì 18 la manifestazione Chianti Classico Collection 2009 dove è stato presentato il Chianti Classico 2007 e la Riserva 2006. Assaggiando i vari vini, il Chianti Classico 2007 mostra già un buon equilibrio, ma soprattutto colori meno spinti e un uso del legno meno marcato rispetto al passato. Un’annata in cui si riscontrano di più le caratteristiche del Sangiovese, colori non molto carichi, medio corpo e lieve scontrosità del tannino.Infine le Riserve 2006 pur mostrando un progresso sul piano della territorialità, restano in molti casi dei vini più spinti e lavorati, meno “divertenti” da bere rispetto alle versioni d’annata.

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Il vino biologico è amico dell’ambiente

Adesso c’è anche la conferma, il vino prodotto con colture biologiche inquina di meno rispetto al vino prodotto con metodi standard, questo è il risultato emerso da uno studio condotto da Valentina Niccolucci dell’università di Siena e pubblicato dalla rivista Agricolture, Ecosystems and Environment. La ricerca è stata effettuata su due aziende Toscane che producono Sangiovese, una che utilizza metodo biologico ( vitigni coltivati con fertilizzanti naturali, lavori fatti per lo più a mano ) e l’altra che utilizza metodi standard. Per calcolare l’impatto sull’ambiente è stata utilizzata la misura dell’impronta ecologica che viene calcolata  misurando tutte le risorse necessarie per produrre il vino. Il risultato? l’impronta ecologica per produrre il Sangiovese biologico è risultata 7,17 metri quadrati contro i 13,99 per il Sangiovese  ottenuto con metodi standard.

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Benvenuto Brunello 2003

Quale è il migliore? questa è la domanda che spesso mi veniva fatta.Ma la domanda giusta doveva essere ” Quale salveresti? ” Infatti l’assaggio dei vari Brunello 2003 è stato deludente.I profumi e i sapori del grande Brunello sono assenti nella maggior parte di questi vini.Alcuni sono talmente maturi, anzi direi stramaturi che odorano di cotto, altri presentano dei tannini verdi che non matureranno mai . Alcune aziende hanno tentato di ringiovanire il prodotto aggiungendo del vino più giovane, il risultato è abbastanza sgradevole perch emergono dei sentori di frutta fresca accanto a quelli  di confettura e sottobosco caratteristici dei vini maturi, al gusto presentano una buona morbidezza iniziale ma che velocemente lascia il posto ad una sensazione alcolica e  acido-tannica piuttosto sgradevole.Finale decisamente amaro.Quindi anche il Brunello paga quell’annata calda, torrida, tropicale del 2003. Per me i Bruello 2003 da salvare sono quelli prodotti da La Poderina, Lisini, Mastrojanni, Poggio antico,  Siro Pacenti, Tenute Silvio Nardi, Talenti.Decisamente migliore è stato l’assaggio del Rosso di Montalcino 2006 e 2005, vini decisamente fruttati e freschi, molto piacevoli.

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L’ambiente

Oggi è il blog action day ed è dedicato all’ambiente, anche io ho deciso di partecipare visto che l’ambiente è da sempre legato alla qualità  del vino. Infatti la differenza di terreno, di microclima, di esposizione e di andamento climatico stagionale portano ad ottenere vini diversi per qualità , profumi e sapori. Da molto tempo ormai si parla di effetto serra e di cambiamenti climatici: il progressivo riscaldamento della terra è diventato un fatto innegabile e non viene più messsa in discussione che la sua causa principale sia da attribuire alle attività  umane. In questo contesto ci si interroga sul futuro della produzione vinicola essendo la qualità  del vino strettamente legata al territorio che lo produce e al clima che lo caratterizza. Uno studio realizzato nel 2006 dall’università  di Firenze all’interno di un progetto di ricerca portato avanti da 16 enti di ricerca di paesi europei e extra europei dal titolo ” Climate change and agricolture in Europe” prospetta l’eventualità  che nel giro di un secolo, il Brunello di Montalcino, il Chianti Classico e il Nobile di Montepulciano potrebbero diventare dei vini estinti, dato che le condizioni climatiche che oggi caratterizzano quelle zone di produzione non sussisteranno più a quella latitudine, ma si sposteranno più a nord. Da questa ricerca amergono anche due parametri molto importanti: l’aumento del tasso atmosferico di CO2 e l’aumento globale della temperatura. Con questo scenario ci si aspettta una modifica notevole delle areee di coltivazione con una generale espansione verso nord e di questo soffriranno soprattutto i prodotti tipici e tradizionali, la cui immagine è fortemente legata all’area di origine come per esempio i vini D.O.C. e D.O.C.G. Non solo ma questi cambiamenti climatici oltre a portare i suoi effetti sul ciclo di maturazione delle piante, porta anche un cambiamento sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. I canbiamenti climatici in corso si manifestano infattti anche con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, un maggior rischio per le gelate tardive, l’aumento di incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti come le cavallette e la riduzione delle risrve idriche. Una situazione che fa aumentare il rischio della desertificazione. Di fronte a questi allarmi io credo che si debba intervenire, e visto che questi cambiamenti climatici sono legati al nostro stile di vita, dovremo iniziare a cambiarlo e ad utilizzare meglio quello che la natura ci mette a disposizione.

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Le guide

Ci risiamo, come di consueto in ottobre escono in libreria le guide dei vini, vengono assegnati i vari grappoli, i soli, i bicchieri ecc…Ogni guida avrà  dei vini premiati che non si trovano in nesssuna delle altre, ogni guida darà  risalto ai vini di una regione piuttosto che ad un’altra. Come sempre i vari giornalisti criticheranno le scelte fatte dalle singole guide. A proposito la tendenza di quest’anno è quella di valorizzare i vini meno conosciuti e con un buon rapporto qualità -prezzo. Ma servono davvero tutte queste guide?

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I condizionamenti del consumatore

Spesso il consumatore si lascia condizionare dall’aspetto estetico della bottiglia e non dal contenuto. Per studiare l’influenza del tipo di chiusura sulla qualità  del vino secondo come essa viene percepita dal consumatore, sono stati condotti degli esperimenti su vini commerciali ottenuti da uve Chardonnay e Merlot. I vini sono stati proposti due volte agli stessi consumatori: la prima volta senza che essi conoscessero il tipo di chiusura della bottiglia, la seconda mostrando loro la chiusura. Il risultato finale a confermato che i vini chiusi con tappo di sughero sono  stati giudicati più gradevoli e di qualità  rispetto agli stessi vini chiusi però con tappo sintetico o con tappo a vite. 

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Poggio ai Chiari

Interessante degustazione in verticale del vino Poggio ai Chiari, ottenuto da uve Sangiovese con una piccola aggiunta di Canaiolo,  prodotto dall’azienda agricola Colle di Santa Mustiola. Il proprietario, Fabio Cenni è una persona di altri tempi, schietto, trasparente, pacato, ma soprattutto una persona che non accetta compromessi di qualsiasigenere. Dal 1990 si è dedicato a tempo pieno nell’attività  di vignaiolo, riproducendo le piante migliori di Sangiovese e Colorino che erano presenti nei vecchi vigneti, credendo fermamente nella formula: ottima uva-ottimo vino. Le rese sono bassissime, l’uva viene raccolta a maturazione molto avanzata, i grappoli sono accuratamente scelti, le fermentazioni sono naturali con macerazioni lunghe e l’affinamento avviene in piccoli legni nuovi. L’azienda che si trova a Chiusi  produce solo questo vino e le bottiglie ogni anno sono circa ventimila. Il primo vino prodotto è stato nel 1992 e inizia proprio da qui la mia piacevole verticale.

1992 – Colore rosso aranciato, l’impatto olfattivo è intenso, franco e complesso, si riconoscono sentori di fieno secco, prugna secca, viola e note balsamiche di menta. Corpo di media struttura, sufficiente la sua persistenza con retrogusto di viola e minerale. Nel complesso vino piacevole anche se in fase discendente.

1993 – Rosso granato intenso con leggera sfumatura aranciata. Elegante e potente all’olfatto con sentori di cuoio, fieno secco e pepe. Al gusto presenta un tannino piacevole, inizialmente vellutato che termina un pò asciutto. Lunga la sua persistenza aromatica.

1994 – Rosso granato intenso, al naso regala nette sensazioni di cuoio, viola e menta. Al gusto sfoggia il suo equilibrio tra l’alcool e la freschezza degli acidià con un tannino ancora ben presente. Robusto, morbido e persistente.

1995 – Rosso aranciato molto evoluto. Al naso note di sottobosco, cuoio, prugna e balsamiche. Al gusto è ricco, sapido, minerale e avvolgente. Bel retrogusto di viola e prugna.

1996 – Rosso aranciato chiaro, si apre al naso con sentori vegetali, di cuoio, ciliegia, pepe nero  e terra bagnata. Al palato c’è un alcool abbastanza dominante e un tannino che tende ad asciugare nel finale. Persistenza non eccessiva, il vino risente dell’annata che non ha fatto maturare bene le uve.

1997 – Alla vista presenta un profondo rosso granato. Al naso nette sensazioni di tabacco, viola, ciliegia, pepe, fieno. Al palato presenta una bella struttura e un ottimo bilanciamento in tutti i suoi elementi. Notevole il retrogusto per spessore e potenza.

1998 – Colore rosso granato con sfumature mattonate. Piacevole e complesso al naso con sentori speziati, fruttati e floreali. Si riconoscono odori di pepe, noce moscata, liquirizia, ciliegia, prugna, viola. In bocca alcool e freschezza sono ben dosate e in equilibrio, il tannino è vellutato. Buona la persistenza. 

1999 – Vino dal bel colore rosso granato, all’olfatto evidenzia note fruttate che richiamano la confettura di ciliege, poi vaniglia, menta e viola mammola. Al gusto si presenta con una struttura media, morbido e con una piacevole sapidità . Buona la persistenza.

2000 – Appare di un bel colore rosso rubino con bordo granato. Naso intenso e complesso dai toni di cuoio, ciliegia, lampone, prugna, di viola, pepe e vaniglia. In bocca è caldo, con un buon equilibrio e tannino vellutato. Lunga e piacevole  la persistenza con un retrogusto di viola.

2001 – Rosso rubino luminoso, esprime intensi profumi speziati, fruttati e floreali. Si riconoscono odori di ciliegia, fragola, lampone, viola, vaniglia, pepe e liquirizia. In bocca la potenza alcolica è smussata da una vena fresca altrettanto importante. I tannini sono ancora aggressivi. Bel corpo e buona mineralità . Vino giovane che deve ancora migliorare.

2002 – Colore rosso rubino scarico. All’olfatto regala profumi di ciliegia, viola e spezie. Il corpo è medio e un po’ sfuggevole. Non particolarmente lunga la persistenza aromatica. Il vino risente dell’ annata scadente.

2003 – Rosso rubino intenso. Olfatto intenso e molto articolato con sentori fruttati, speziati e floreali. Si riconosce la ciliegia, la prugna, la vaniglia, il pepe e il cuoio. Al gusto è già  molto equilibrato e mette in evidenza una piacevole sapidità . Ottima la persistenza aromatica. Il vino è ancora giovane e quindi può ulteriormente migliorare.